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Ambiente: la miopia europea ed italiana

Mentre l’Europa ed il nostro Paese eleggono ad icona di una “nuova stagione di sensibilità sostenibile” e come conseguenza si trovano a seguire una adolescente svedese in delirio di visibilità, dalla quale pretendono di individuare le nuove opzioni ambientaliste di sviluppo economico, il mondo della conoscenza, dell’industria e della scienza offrono visioni radicalmente diverse.

I trend della crescita dell’inquinamento dimostrano, ancora una volta, come sotto accusa non sia tanto il modello industriale ed economico europeo (tanto meno italiano che è il più eco-sostenibile in Europa (https://www.ilpattosociale.it/2018/12/10/sostenibilita-efficienza-energetica-e-sistemi-industriali/) quanto la crescita esponenziale delle emissioni dei paesi dell’estremo Oriente, come dimostra il grafico.

Contemporaneamente l’ottusità del nuovo mondo talebano-ambientalista individua nelle auto, in particolare quelle diesel, la causa dell’inquinamento quando invece questa, in virtù della tecnologia applicata alla motorizzazione diesel, risulta avere un impatto ambientale inferiore alla stessa motorizzazione elettrica, icona dell’ambientalismo di nuovo conio (https://www.tecnoandroid.it/2019/06/16/diesel-inquina-meno-elettrico-scomoda-verita-541122/amp?__twitter_impression=true).

La componente talebana di tali posizioni emerge, poi, dalla negazione dei risultati delle nuove tecnologie applicate sia al mondo economico ed industriale che alla vita quotidiana. Di fatto viene negato implicitamente il valore stesso dell’evoluzione tecnico-scientifica che ha portato l’occidente all’attuale livello e qualità di vita, espressione di una cultura complessiva. Questo atteggiamento negazionista comporta anche il rischio di azzerare il vantaggio tecnologico ed industriale europeo a favore di progetti di sviluppo per i quali non esiste neppure la elementare copertura energetica (elettrificazione dei mezzi di trasporto) ai quali l’apporto delle stesse centrali nucleari risulterebbe ampiamente insufficiente.

Mai come ora l’impreparazione, espressione di una posizione ideologica e moralista, anticamera di uno Stato etico della componente oscurantista dei movimenti ambientalisti, arriva a negare persino l’appello di 500 scienziati (https://www.startmag.it/energia/500-scienziati-greta-clima-onu-emergenza-climatica/) in contrapposizione al fenomeno mediatico di Greta non tanto in relazione ai cambiamenti climatici quanto alle cause degli stessi. Dimenticando contemporaneamente, o forse più semplicemente ignorando, i risultati di una  ricerca della NASA relativamente all’effetto fertilizzante dell’anidride carbonica  (https://www.nasa.gov/feature/goddard/2016/carbon-dioxide-fertilization-greening-earth).

Affrontare i cambiamenti climatici che hanno sempre caratterizzato le diverse fasi della storia evolutiva del nostro pianeta attraverso una visione politica ed oscurantista si traduce nella perdita della consapevolezza relativa al valore dello sviluppo come della conoscenza evolutiva, sintesi di conoscenza, sapere e tecnologia.

Ulteriore conferma di un declino del nostro continente, incapace di valorizzare le proprie eccellenze e sempre più incline a avvitarsi in una decrescita sempre più infelice.

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