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Autunno caldo per la sanità, mancano 4 miliardi

La ripresa delle trattative per il rinnovo del contratto dei medici, le nomine dei vertici degli enti pubblici vigilati, il payback sui dispositivi, la mai sopita polemica sulle Case di Comunità previste dal Pnrr. Non mancano motivi per definire caldo l’autunno che attende il mondo della sanità, con i sindacati medici che si dicono “sul piede di guerra” e “pronti alla mobilitazione” in vista della partita più importante, quelle della risorse per la sanità in Manovra.

Riprendono all’Aran le trattative per il contratto della dirigenza medica 2019-2021. I nodi da sciogliere sono ancora l’orario di lavoro e i fondi contrattuali. Ma, stretto tra risorse contingentate e carenza di personale, il contratto non esaurisce le rivendicazioni dei sindacati. “Per la sopravvivenza del Servizio sanitario nazionale servono 4 miliardi aggiuntivi, di cui 2,7 miliardi solo per il rinnovo del contratto dei medici e veterinari per il triennio 2022-2024», spiega Pierino di Silverio, segretario dell’Anaao Assomed. I 4 miliardi, rivendicati anche dalle regioni e chiesti dal ministro della Salute Schillaci al Mef, però, non bastano. “Occorre aumentare dell’1,5% – precisa di Silverio – la percentuale della spesa sanitaria pubblica sul Pil. Se non ci sono risposte non resteremo con le mani in mano”.

Il Def scritto dal Governo pochi mesi fa, aggiunge Michele Vannini, segretario nazionale della Fp Cgil con delega alla sanità, “programma di portare la spesa pubblica rispetto al Pil al 6,2% nel 2025, inferiore ai livelli pre pandemia”. Il tutto mentre cresce il costo della vita, le spese di tasca propria e la rinuncia alle cure. “Va rovesciata la scelta di disinvestire sulla sanità pubblica – precisa Vannini – o il Governo si dovrà assumere la responsabilità di averla affossata”.

Tra i temi caldi, la partita, la cui conclusione dovrebbe essere imminente, per la nomina del successore di Silvio Brusaferro alla presidenza dell’Istituto Superiore di Sanità, il cui incarico scade il prossimo 11 settembre. Anche l’Agenzia Italiana del Farmaco attende il nuovo direttore generale che, dopo la riforma, succederà alla facente funzione Anna Rosa Marra, nominata da Schillaci. Ma il decreto attuativo sulle modalità di nomina non ha ancora concluso l’iter di approvazione.

Intanto questa settimana riprendono i lavori nelle Commissioni parlamentari, con l’obiettivo di chiudere quel che è possibile prima della sessione di bilancio. La Affari sociali del Senato, presieduta da Franco Zaffini (FdI), prosegue l’esame del ddl per l’istituzione della contestata commissione d’inchiesta sull’emergenza Covid-19 e incardinerà il ddl sul diritto all’oblio per le persone guarite da tumore: entrambe hanno già avuto il via libera della Camera. A sua volta, la dodicesima Commissione di Montecitorio, presieduta da Ugo Cappellacci (FI), riprenderà i lavori sull’istituzione dello psicologo di base e sulla prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse.

Le Commissioni saranno chiamate anche a dare un parere allo stato di attuazione del Pnrr che alla Missione Salute destina 15 miliardi, puntando su telemedicina e nuovi macchinari per la diagnostica ma anche sulle Case di Comunità, che rischiano di essere scatole vuote, se non si assumono infermieri e medici di famiglia.

Con tutta questa carne al fuoco sembra lontana la scadenza della proroga, il 30 ottobre, del pagamento del payback sui dispositivi medici. “La speranza delle imprese è che nella legge di bilancio – spiegano da Confindustria Dispositivi medici – si trovino risorse, stimate intorno al miliardo, per mitigare gli effetti della discussa norma. In attesa della sua eliminazione».

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