Boston Consulting Group ed il sovranismo europeo
Il presidente della BCG ha rilasciato un paio di giorni fa una interessante intervista nella quale alla domanda relativa alle diverse politiche adottate negli Stati Uniti ed in Europa rispetto alla transizione ecologica ha definito in modo inequivocabile le sue considerazioni sulle differenze tra le due macroaree economiche e politiche. Su questa tematica divisiva Richard Lesser ha semplicemente indicato come negli Stati Uniti venga adottata una politica della “carota” mentre in Europa quella del “bastone”.
Esprimendo un pragmatismo di stampo angolosassone con poche semplici parole è stato delineato il quadro di un complesso scenario internazionale economico verso un 2035 di un mercato globale.
All’interno di una prospettiva mondiale, infatti, come espressione di un sistema competitivo globale, mai come ora l’atteggiamento dell’Unione Europea risulta sostanzialmente diverso rispetto a quello statunitense, anche attraverso l’adozione di un concetto di “sovranismo” (il quale per propria genesi non si cura del contesto globale) tanto caro alle forze politiche nazionali ed antieuropee.
In altre parole, l’Unione Europea rende proprio un atteggiamento e la strategia politica ed economica tipica di quelle forze che ne contestano la propria stessa entità politica ed istituzionale come semplice espressione di un potere burocratico e lontano dalla realtà nazionali.
L’effetto di questa strategia politica europea determina inevitabilmente la percezione di un progressivo allontanamento della stessa Unione Europea, non solo dalle realtà nazionali, ma anche dal concetto e dalla stessa realtà di un mercato globale che richiede visioni complessive e non atteggiamenti folkloristici come quello relativo alla transizione ecologica.
Mai come ora il concetto di sovranismo europeo si esprime attraverso una incapacità di valutare le conseguenze delle proprie scelte all’interno di un mercato globale, a maggior ragione nell’ambito delle strategie finalizzate allo sviluppo economico. Una sintesi perfetta per relegare la stessa Unione Europea ai margini della prossima crescita economica globale.
Esattamente come per i sovranisti locali, il cui concetto di ritorno ad una sovranità monetaria rappresentava e rappresenta tuttora la stessa e forse l’unica giustificazione della propria sopravvivenza politica, così ora l’Unione Europea utilizza il bastone nella transizione ecologica per garantirsi la stessa esistenza come istituzione e contemporaneamente assicurare il mantenimento in vita ad un certo politico ampiamente superato per competenze istituzionali ed ambientali ma soprattutto economiche.