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Centrali nucleari: il dibattito dovrebbe essere più prudente

Nel dicembre 2023, nel Regno Unito, un’inchiesta del Guardian accusava i vertici della società che gestisce il sito Sellafield dopo la fuga radioattiva da quello che è più grande deposito di plutonio al mondo. In Cumbria, nel nord dell’Inghilterra, nell’impianto per la smaltimento di scorie nucleari si erano create crepe in un serbatoio dei fanghi tossici e l’impianto non era stato messo in sicurezza. Secondo alcuni dati la fuoriuscita del liquido radioattivo, che non è finita e non finirà a breve, ha causato i più alti rischi nucleari nella storia del Regno Unito. I problemi sono connessi alla contaminazione delle falde acquifere ed a un rischio cumulativo oltre che per scorie nucleari, per l’amianto e per la mancanza di corretti sistemi anti incendio. Secondo quanto citato dal giornale vi sono pericoli riguardo alla possibilità concreta che hacker e spie di paesi stranieri possano aver avuto accesso a materiali segreti all’interno di un sito che occupa quasi 4 milioni di metri quadrati. Il governo ovviamente è intervenuto pur sottolineando che deve essere l’autorità indipendente britannica, per la gestione del settore, a stabilire se sia stata compromessa la sicurezza pubblica ma sono molti anni che si lavora con i responsabili di Sellafied per garantire i miglioramenti necessari e non ancora attuati.

Ancora oggi ci sono conseguenze per la tragedia che si è verificata in Giappone, nel 2011, a causa dell’esplosione del reattore n. 1 della centrale nucleare di Fukushima e molte tensioni vi sono stare e vi sono tra il Giappone e i paesi confinanti via mare dopo la decisione, nel 2023, di sversare nell’Oceano Pacifico le acque radioattive.

La preoccupazione per questi dati, già di per se molto gravi, e l’incendio che l’11 febbraio 2024 si è verificato in Francia, nella centrale nucleare di Chinon, incendio per il quale due reattori sono stati spenti, dovrebbero portare, almeno su tutto il territorio europeo, ad una verifica sull’effettivo stato di funzionamento e di sicurezza delle centrali nucleari attive, dei siti dismessi e di quelli per lo stoccaggio delle scorie.

Anche se l’agenzia francese per la sicurezza nucleare ha assicurato che terrà sotto monitoraggio la rete delle acque meteoriche sui due reattori spenti, mentre nella centrale nucleare rimangono attivi altri due reattori, sappiamo come già altri incidenti di sono verificati in altre centrali francesi.

La guerra in Ucraina sta mettendo a rischio altre centrali nucleari a dimostrazione di quanto, in caso di guerra, alcuni paesi, come la Russia, non abbiano timore di tenere in ostaggio non solo la popolazione locale ma anche gran parte del mondo con la paura di disastri globali.

Forse il dibattito sul nucleare, a fronte di questi avvenimenti, e di altri che non citiamo, dovrebbe essere meno entusiasta e più prudente nelle future decisioni specie in Italia dove ancora non è chiaro come siano state messe in sicurezza le scorie di Caorso.

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