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Contante e Telepass finanziario
La considerazione relativa all’utilizzo o meno nelle transazioni commerciali del contante troppo spesso viene influenzata, ma soprattutto stravolta, dall’ideologia politica la quale, all’interno di un prossimo confronto elettorale, diventa uno strumento di consenso per il proprio elettorato.
Da oltre vent’anni la lotta al contante ha visto come sostenitrice buona parte della sinistra ma anche di quelle forze politiche portatrici di un concetto di “stato etico”. Paradossalmente, poi, molto spesso queste stesse forze politiche risultano completamente digiune di economia reale ma soprattutto ignare persino delle legislazioni vigenti nei paesi dell’Unione Europea, della quale peraltro si considerano sostenitrici.
Ora, di fronte a una difficilissima ripresa del ciclo economico interrotto dal lockdown, il mondo della finanza e degli Istituti bancari assieme alle aziende telefoniche stanno riproponendo una nuova campagna di comunicazione per cercare di ridurre al massimo l’utilizzo del contante. Quello che nessuno riesce a mettere in evidenza, al di là delle legittime posizioni politiche influenzate dalle ideologie di appartenenza, viene rappresentato dall’evidente conflitto di interessi che i soggetti imprenditoriali propongono nell’abolizione del contante.
Il sistema bancario all’interno di un periodo economico caratterizzato fin dal 2015 da una forte liquidità (Q.E.) considera un’opportunità per la propria ricerca di marginalità la creazione di un sistema di moneta elettronico sempre più sviluppato sulle cui transazioni commerciali applicare le proprie “aliquote di transazione” molto simili ad un “Telepass finanziario” di un sistema autostradale virtuale creato dai medesimi soggetti pesantemente in conflitto di interessi.
La medesima opportunità in questo modo viene creata anche per le compagnie telefoniche sulle cui reti viaggiano queste transazioni il cui aumento non farebbe altro che moltiplicare i profitti. Senza dimenticare il mondo della Finanza il quale intuisce chiaramente l’opportunità di masse di denaro che ha interamente depositate presso gli Istituti bancari. Questo quadro potenziale si rivelerà disastroso quanto la scelta di abolire la differenziazione tra banche commerciali e banche d’affari voluta dal Presidente degli Stati Uniti Bill Clinton.
Certamente la politica che dovrebbe esprimere una propria ideologia espressione di scale valoriali si ritrova viceversa ad essere artefice e portatrice di uno scenario economico finanziario lontano da un sistema democratico e liberale.
Paradossale poi che tutta questa attenzione che il sistema politico regala alla questione del contante rappresenti l’ennesima dimostrazione di un’incapacità di controllare le fonti di reddito, determinando così la confessione e l’ammissione di non essere in grado di controllarle e così rifugiarsi nel controllo dei meccanismi e delle modalità di spesa.
Un sistema liberale e democratico offre la libertà ai propri cittadini di utilizzare le diverse forme di pagamento ritenute più vicine alle proprie esigenze in quanto espressione di risorse economiche legittime.
In altre parole l’assoluta inadeguatezza di un sistema statale incapace di applicare le leggi anche in materia fiscale si rifugia in uno stato Socialista che vuole determinare attraverso semplici forme di pagamento il controllo etico. La supremazia dello Stato in questo particolare momento nel quale dovrebbe vedere allentati tutti i vincoli per ridare forza ed energia alla ripartenza del ciclo economico sta assumendo sempre più le caratteristiche di uno Stato etico e socialista in nome del quale opera una nuova gendarmeria burocratica.