Da compagnia o da tavola, gli animali sono una responsabilità che va disciplinata
Anastasia Palli
E’ noto come in Italia vi siano milioni di persone che hanno un animale da compagnia, principalmente cani e gatti ma in molti casi anche altri piccoli animali. Non è solo la solitudine delle grandi città che ha portato più della metà degli italiani ad avere un animale da compagnia, vi è infatti ormai una cultura diffusa che vede nei pet un compagno di vita. Rimane certamente ancora grave la piaga degli abbandoni, specie nei periodi estivi o di vacanza, ancora troppa superficialità porta ad acquistare o a prendere un cane o un gatto senza tenere conto che la presenza in casa di un essere vivente e senziente comporta regole, tempo, dedizione e attenzione alle esigenze dell’animale. Ma è certamente positivo che grazie alla grande propaganda delle associazioni animaliste e all’attenzione dei media, negli ultimi anni più sollecita a parlare di animali e del loro benessere, sia cresciuta negli italiani l’attenzione e il rispetto per gli animali. Purtroppo però, guardando i siti dedicati all’abbandono di cani e gatti, vediamo che ci sono migliaia di animali, specie nel Sud Italia, lasciati da cuccioli nei cassonetti o portati nei canili appena si capiscono i problemi legati alla convivenza. Molti acquistano un animale come status symbol ed è sempre emergenza per quanto riguarda i cani da caccia, anche con pedigree, abbandonati e portati nei canili perché non idonei alla funzione per la quale sono stati acquistati. Se si registra un miglioramento notevole rispetto a 10-20 anni fa, rimane però ancora enorme la piaga degli abbandoni, tenendo anche conto che in troppe città e Regioni mancano strutture appropriate per il ricovero dei cani abbandonati e che ancora manca, nonostante la cippatura regionale, una centralina nazionale per identificare e riconsegnare ai proprietari i cani eventualmente smarriti. Ci auguriamo che il prossimo governo, tra i tanti problemi che dovrà affrontare, dedichi attenzione anche questo, perché risolvendo ci saranno contestualmente segnali di maggior civiltà, meno inutili sofferenze di tanti animali e anche una migliore gestione delle poche risorse utilizzate per il controllo del randagismo.
Un altro problema è invece quello legato al benessere degli animali da allevamento e da carne. Come ha ricordato un convegno tenutosi all’Auditorium Sant’Ilario di Piacenza, ‘Il benessere degli animali da reddito: percepito e reale’. Nel convegno si è sottolineato come sia, giustamente, cambiata anche la mentalità dei consumatori, che sempre più chiedono che negli allevamenti siano rispettate norme che garantiscano un trattamento degli animali privo di sofferenze. Allevamenti che rispettano le regole garantiscono il consumatore anche sul tema della qualità, infatti i problemi che derivano da strutture non idonee, sovraffollate e nelle quali gli animali patiscono sofferenze producono stress molto gravi che portano gli animali a produrre meno latte, ammalarsi, prendere dei farmaci che poi vanno a nuocere anche alla salute dei consumatori. Convegno senza dubbio interessante, ma ancora una volta dobbiamo segnalare con vivo rammarico la mancanza di attenzione verso i luoghi di macellazione e il netto rifiuto, che in Italia dovrebbe esserci, per la macellazione rituale (della quale abbiamo parlato nello scorso numero de Il Patto Sociale).