Di cosa parliamo?
Di una bambina di 5 anni sparita nel nulla, svanita nell’aria in un palazzo da tempo occupato abusivamente sotto gli occhi di tutti? Delle ricerche approfondite partite solo dopo lo sgombero eseguito dopo molti giorni, delle faide, delle irregolarità, degli abusi, dei crimini, compiuti nell’indifferenza delle istituzioni, della realtà di migliaia di persone che in Italia vivono in case, fabbriche, luoghi occupati abusivamente o addirittura per strada perché case non ce ne sono abbastanza? Dove vivono gli immigrati regolari, dove spariscono gli irregolari, come le forze dell’ordine possono intervenire in questa situazione? Le persone da qualche parte devono stare, dormire, mangiare, lavarsi e questo degrado, sul quale le istituzioni non intervengono con fatti concreti, porta altro degrado.
La bambina è sparita, rapita da chi e per cosa? E come sarà possibile ritrovarla se nulla è chiaro dopo ormai giorni e giorni? E questa ennesima triste vicenda, che riguarda ancora una volta un bambino, cambierà qualcosa?
Parliamo di un bambino che è stato ucciso mentre, con la mamma e la sorellina, stava tranquillo nella sua macchina, sappiamo, dai media, quasi tutto di questa nuova tragedia, quello che però pochi, ancora, realizzano è la responsabilità che coinvolge non solo i giovani. Bisogna, volenti o nolenti, prendere atto che certi fatti discendono dalla cultura che abbiamo accettato diventasse dominante in questi anni. Il virtuale, il fittizio, il metaverso, l’apparire, il guadagnare veloci, vendendo il massimo dell’effimero, lo sprezzo, per altro spesso inconsapevole, del pericolo e della vita altrui sono i fondamenti di questa cultura legata solo al momento, a quello che sembra, a quello che vogliamo fare credere agli altri, quegli altri che, per imitazione, commetteranno gli stessi errori.
Finito il tempo degli eroi buoni e coraggiosi, niente banditi gentiluomini o imprenditori attenti al ruolo positivo che l’impresa deve avere nella società; la notizia deve essere tragica per fare vendere, la rete è molto più della famiglia o dello Stato, delle regole e della verità, si crede di combattere la solitudine facendo amicizie fasulle su internet e non si è più in grado di intessere rapporti interpersonali umani.
Per questa cultura piangono troppe famiglie e troppi giovani sono rovinati mentre il bullismo, le violenze aumentano, chi saprà, vorrà provare a fare capire che è il momento di invertire la rotta?
Di cosa parlare mentre bambini muoiono o sono rapiti, mentre centinaia di migranti continuano a morire nei nostri mari ed altre migliaia non trovano un posto per dormire, per vivere e le irregolarità diventano prassi consolidata mentre siamo sempre più assuefatti a non pensare a cosa provano gli altri?
Di cosa parlare mentre una guerra ingiusta, crudele, voluta dalla cieca mania di grandezza di un uomo malato, almeno nello spirito, distrugge troppe vite oggi ma anche quelle che verranno perché saranno vittime del disastro ambientale e della fame?
E mentre altre guerre e violenze di vari gruppi terroristici continuano ad insanguinare tanta parte del mondo si è perso un sommergibile di miliardari in cerca del brivido della morte e convinti che basta pagare perché il brivido resti tale e non diventi morte reale.
Non vorrete che anche noi si commenti e si dia spazio al “vate” dell’Altrove, alla cicala parlante che in piazza incita alle brigate di cittadinanza ed ai passamontagna?
Vorremmo solo ci fosse una legge per imporgli di cambiare nome, ogni volta nominandolo si sputtanano i poveri grilli, saremmo proprio contenti se decidesse di raggiungere quell’altrove di cui parla, più altrove sarà meglio sarà per tutti, anche per i 5 Stelle.