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I minori che campiono reati online sono quasi triplicati in 5 anni

Sono cresciuti addirittura del 250%, negli ultimi 5 anni, i minori che commettono reati on line, anche di particolare gravità, come la pedopornografia. Un fenomeno a cui ha contribuito la pandemia, che ha fatto crescere a dismisura il tempo di connessione alla rete di ragazzi e bambini, spesso senza controllo da parte dei genitori. Nello stesso arco temporale sono saliti del 130% i casi di pedofilia e si è abbassata l’età dell’adescamento e dei consumatori di pornografia on line. Dati gravi e allarmanti che arrivano dalla relazione finale del gruppo di lavoro sui Social e i minori, presieduto dalla sottosegretaria alla Giustizia Anna Macina, il gruppo di lavoro ha anche avanzato una serie di proposte che verranno consegnate alla ministra della Giustizia Marta Cartabia. Si prevedono più tutele per i minori che navigano sulla rete, anche con il riconoscimento del diritto all’oblio. E una protezione mirata ai baby influencer, con garanzie che investono pure il patrimonio accumulato con la loro attività.

I dati raccolti dicono inoltre che sono sempre più piccole le vittime dei pedofili: se nel 2018 nella fascia d’età compresa tra 0 e 9 anni c’erano state 14 denunce, nel 2020 sono salite a 41, quasi il quadruplo in tre anni. Sempre negli ultimi cinque anni si sono registrati 14 estorsioni sessuali, nella fascia d’età compresa tra 0 e 13 anni, di cui quattro nella fascia d’età 0-9 anni. In crescita anche il consumo precoce della pornografia on line. Stavolta a lanciare l’allarme davanti al gruppo di lavoro è stata l’Associazione Prometeo Onlus, secondo la quale il fenomeno interessa, a livello globale, il 30% dei bambini fra gli 11 e i 12 anni e, in Italia il 44% dei ragazzi fra i 14 e 17 anni.

Da Terre des Hommes arrivano cinque proposte per proteggere i minori: le notifiche alle piattaforme, la rimozione di contenuti illeciti, il favorire l’individuazione degli autori di reato e del luogo in cui è stato commesso il reato, l’istituzione di un’Autorità garante dei diritti degli utenti della rete e di protezione dei minori. In Italia l’Osservatorio indifesa, condotto ogni anno da Terre des Hommes e OneDay Group, conferma che 7 ragazzi su 10 dichiarano di non sentirsi al sicuro quando navigano in rete. “Tutelare i minori nel digitale è diventato importante perché il digitale non è più quel mondo virtuale separato dal reale che pensavamo, il mondo della Rete è molto reale perché reali sono le conseguenze che si riflettono nella  nostra realtà. Poi con la pandemia c’è stata una forte accelerazione e tutto è cambiato, c’è stata una rivoluzione”, ha osservato Carla Garlatti, Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, aprendo i lavori dell’incontro “Violenza online. I Social Network nuovi protagonisti della protezione dei minorenni?”, promosso da Terre des Hommes. Per affrontare con successo questi temi è necessario il coinvolgimento delle piattaforme – hanno convenuto tutti – ma non è facile, per problemi di privacy, per problemi economici e perché è evidente che si va ad impattare in un mondo in cui gli interessi economici sono elevati.

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