Il finto e colpevole pensiero liberale
Il risultato finale di uno scolastico pensiero liberale emerge limpido dalla semplice verifica dei dati economici. Il consuntivo delle “italiche” liberalizzazioni che hanno semplicemente trasferito monopoli statali a complessi interessi privati nell’ultimo decennio sono presto elencati. Costi a carico dell’utenza nell’ultimo decennio: energia elettrica +240%, gas +65%, acqua +54%, rifiuti +23% (*). Contemporaneamente le retribuzioni registrano un tasso di crescita del +11,5%.
Un modo semplice ed elementare per comprendere per quale motivo negli ultimi trent’anni il reddito disponibile in Italia sia complessivamente diminuito del -3% mentre in Germania risulti cresciuto del +34,7% ed in Francia di oltre il 27% https://www.ilpattosociale.it/attualita/lappropriazione-indebita-del-termine-liberali/.
Il mondo reale sconosciuto agli stessi scolastici promotori del liberalismo senza regole che hanno infestato le istituzioni nazionali dimostra quanto sia il danno economico e patrimoniale che questa risibile “scuola di pensiero” ha arrecato al nostro Paese, riducendo, in più, l’Italia a recitare, nella tragedia teatrale europea, il ruolo dell’Argentina. Il nostro sistema economico è tenuto in piedi paradossalmente dalla moneta unica (euro), perché se così non fosse avremmo gli stessi tassi di interesse (90%) dell’Argentina che opera con la propria valuta.
Il Paese è stato depredato delle più importanti infrastrutture indivisibili (**) (autostrade, energia etc) in nome di un finto pensiero liberale assolutamente diverso da quello applicato in Svizzera e in Germania dove, solo per offrire un esempio, le autostrade sono di gestione pubblica. In questi paesi le infrastrutture e il loro efficientamento rappresenta un fattore fondamentale finalizzato alla crescita della competitività dell’intero paese.
Nel nostro, invece, sono diventate, con un’evidente complicità del sistema politico, occasione di speculazioni a danno dell’utenza e del Paese.
In questo contesto, basti ricordare come lo stesso ex primo ministro del governo conservatore Boris Johnson in Gran Bretagna abbia rinazionalizzato le ferrovie britanniche.
Dopo una approfondita ricerca era emerso, non senza imbarazzi, come la liberalizzazione delle ferrovie britanniche avesse determinato un aumento del costo dei biglietti unito ad un peggiorato servizio reso ai viaggiatori https://www.luciferonline.it/2021/06/21/il-ritorno-di-british-railway-ed-il-silenzio-liberale/
Emege molto difficile trovare strategie che assicurino uno sviluppo, specialmente a livello industriale, senza adottare un vero pensiero politico liberale che abbia come prospettiva l’efficentamento in termini qualitativi e di costi per l’utenza delle infrastrutture.
Molto lontano, quindi, dalla smobilitazione di monopoli statali a favore di interessi privati invece di favorirne un accesso sulla base del principio della concorrenza.
(*) Fonte Il Sole 24 Ore
(**) I servizi di accesso dovrebbero invece essere oggetto di liberalizzazioni (p.e. Telepass)