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Il “pragmatismo democratico” svizzero

Alle ultime Olimpiadi molte squadre agonistiche della nazionale italiana presentavano atlete e atleti italiani  di ogni colore e provenienza geografica, ma tutti uniti dai colori della nazionale italiana.

Immediatamente dopo l’evento olimpico la politica, priva di argomenti che potessero interessare i media che non fosse l’ennesima giravolta di Renzi, ha dato vita ad  una polemica relativa al diritto di cittadinanza ed in particolare allo ius  scholae. Una speculazione politica al limite della semplice strategia di una miserevole comunicazione, divenuta il mantra di una politica di un centro ormai avvizzito in quanto privo di una guida, Berlusconi, il quale,nel bene o nel male, lo aveva gestito e guidato.

Ovviamente si dimentica come la presenza di molti atleti dalle più diverse origini geografiche nella nazionale dimostri come l’integrazione già ora sia stata  confermata  alle Olimpiadi di Parigi del 2024.

Essere italiani, oppure diventarlo, non può essere limitato da un fattore relativo al colore della pelle e tantomeno alla provenienza di nascita, quanto dalla condivisione di quei valori democratici che rendono le nostre democrazie delle società aperte.

In altre parole, gli atleti della nazionale hanno accettato e condiviso valori etici e sportivi assieme ai regolamenti nazionali ed internazionali dello sport. Successivamente, attraverso le proprie performance sportive, li esaltano esattamente come la nazione che rappresentano nell’ambito  dello sport .

In questo contesto, allora, è la sola condivisione di valori e regole a rappresentare  il fattore fondamentale per dirsi e sentirsi appartenente ad una comunità.

Il rifiuto, quindi, della accettazione dei valori di una società o comunità non può essere considerato come una democratica manifestazione di libertà del pensiero, in quanto la condivisione si declina come sintesi di valori ed obblighi i quali entrambi rappresentano le fondamenta istituzionali della democrazia e della nostra libertà.

Mai come ora la Svizzera si dimostra come uno dei migliori  modelli di questo “pragmatismo democratico” basato  sulla condivisione di valori ed obblighi, i veri  fattore fondamentali  ed unificanti per appartenere ad una comunità. Recentemente, infatti, il titolo “Svizzera: non stringono la mano, negata cittadinanza a musulmani. Rifiutano di stringerla a persone sesso opposto. ‘Non integrati’ (*) indica che la semplice mancanza di un valore come l’uguaglianza ed il rispetto per e tra i  due sessi (o generi come si usa dire ultimamente) dimostra la impossibilità di una condivisione democratica nella vicina Svizzera e quindi la  mancanza di una base valoriale condivisibile.

Al di là delle speculazioni ideologiche, quindi, utilizzate solo  per sostenere la stessa esistenza in vita dei vari gruppi politici, la sola  condivisione democratica di un sistema di diritti ed obblighi diventa l’espressione complessa della appartenenza ad una nazione.

(*) https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2018/08/18/svizzera-non-stringono-la-mano-negata-cittadinanza-a-musulmani_8cc5dafc-384c-4490-babf-4efc4b1f45e1.html

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