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Il rogo di Notre Dame anche un segnale per cambiare passo

Mentre quasi tutto il mondo partecipa al dolore ed allo sgomento dei francesi per la distruzione di gran parte di Notre Dame, simbolo della cultura e della storia, il presidente della Libia al Assaj lancia un allarme sostenendo che 800.000 migranti, tra i quali diversi terroristi, sono pronti a partire per rifugiarsi in Italia e in Europa.

Mentre è sempre più forte l’allarme per l’inquinamento e le modifiche del clima, che hanno portato negli ultimi anni ad autentiche distruzioni di parti del pianeta con decine di migliaia di vittime, i problemi legati all’ambiente hanno portato diversi scienziati a lanciare un SOS per il futuro del pianeta, il Corriere della Sera riporta una nuova documentazione della NASA che, dopo aver studiato due gemelli astronauti, evidenzia come gli astronauti siano a rischio di tumore, di modifiche del DNA e di ridotte capacità cognitive. Gli stessi esperti della NASA sostengono che “prima di affrontare le prossime spedizioni nello spazio la tecnologia dovrà offrire soluzioni capaci di eliminare queste minacce altrimenti l’esplorazione non potrà continuare”.

Quanto sta accadendo dall’inizio del terzo millennio, dagli attacchi terroristici alle catastrofi naturali, dalle ripetute crisi economiche a quelle morali e sociali, dimostra come la politica sia uscita di scena per lasciare posto all’improvvisazione che dà vita a proposte che riguardano interessi specifici e non sono in grado di dare risposte alle esigenze comuni presenti e future.

Morte le ideologie e le idee e seppellite anche la cultura e la conoscenza, che dovrebbero essere motore per la coscienza di chi governa, troviamo, quasi ovunque nel mondo, che le classi che hanno governato e governano sono riuscite a creare consenso distruggendo, però contestualmente, la stima e la fiducia nelle istituzioni. Il consenso è ormai legato ad alcuni leader ed alle loro affermazioni contingenti e non ad un progetto che dall’oggi si sviluppa verso il domani, capaci di tener conto delle realtà oggettive interne ed esterne. Anche le dichiarazioni che leggiamo ed ascoltiamo in vista delle prossime elezioni europee, sono l’esempio della mancanza di visione e di coraggio di forze partitiche che, siano al governo o all’opposizione, non hanno percezione della gravità del momento e dei pericoli incombenti. Nelle elezioni si fronteggeranno da un lato gli oscurantisti, che trovano naturali alleati all’interno dei sovranisti illusi che, in un mondo nel bene e nel male globalizzato, gli stati possano da soli confrontarsi col terrorismo, l’immigrazione, i cambiamenti climatici, le sfide tecnologiche e le turbolenze dei mercati, sottoposti alle scelte finanziarie del ristretto numero di coloro che manovrano il mondo, dai derivati alle bolle speculative, dall’altro lato i modernisti ad oltranza, coloro che in modo acritico sposano qualunque novità senza domandarsi le conseguenze che le stesse avranno sulla vita dei singoli e degli stati, sulla vita ed il futuro di tutti.

Entrambi, sovranisti e modernisti, ci diranno che vogliono un’altra Europa ma non vi sarà mai un’Europa migliore se non si creeranno le condizioni per una politica comune e la politica comune non vi potrà mai essere fino a che gli interessi di uno stato, supportato dalla sua forza, preparazione e capacità di alleanze, prevarranno all’interno del Consiglio. E’ infatti nel Consiglio europeo, non nella Commissione che è un organo esecutivo, che le logiche nazionali hanno fino ad ora prevalso e se qualche paese, come l’Italia, non ha avuto tutto quello che ha voluto, ed è da dimostrare, lo si deve alla debolezza politica, che continua da molti anni, dei nostri governi. Non saranno gli Junker  di turno a poter proporre un passo diverso all’Unione, non solo perché questo non è nel potere del Presidente della Commissione ma soprattutto perché il Presidente, benché inserito nelle liste elettorali, è indicato, scelto, dai governi, dai partiti che sono in maggioranza o che tentano di diventarlo ed e perciò di fatto sempre il Consiglio che controlla la Commissione. Di questo le firme politiche non parlano, questo i cittadini non lo sanno perché è comunque interesse di chi governa un paese scaricare sull’Europa le responsabilità di quanto che non sono in grado di fare sono sempre i governi a voler tenere il Consiglio europeo così com’è, con i veti incrociati, piuttosto che aprire la strada al metodo comunitario.

Intanto bruciano le chiese, i profughi o muoiono  in mare o ci invadono, cambiando e turbando la nostra vita, regole assurde ci impediscono, per migliorare l’inquinamento, di accendere il camino ma intanto si lascia che l’atmosfera sia stravolta con continui esperimenti nello spazio, intanto le povertà e le disperazioni aumentano ed i derivati continuano ad avvelenare l’economia.

 

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