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Il virus delle scimmie individuato anche fuori dall’Africa. Capua lancia l’allarme epidemia

L’agenzia sanitaria pubblica svedese ha registrato quello che afferma essere il primo caso di una nuova variante contagiosa del virus Mpox, conosciuto come vaiolo delle scimmie, al di fuori del continente africano. L’agenzia ha affermato che la persona ha contratto il contagio durante un soggiorno in una zona dell’Africa in cui è attualmente in corso un’importante epidemia di mpox Clade 1. La notizia arriva solo poche ore dopo che l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha dichiarato che l’epidemia di mpox in alcune parti dell’Africa è ora un’emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale. Almeno 450 persone sono morte durante la prima epidemia nella Repubblica Democratica del Congo e da allora la malattia si è diffusa in alcune zone dell’Africa centrale e orientale.

È la seconda volta in tre anni che l’oma ha designato un’epidemia di mpox come un’emergenza globale. In precedenza lo aveva fatto nel luglio 2022. L’epidemia ha colpito quasi 100.000 persone, principalmente uomini gay e bisessuali, in 116 paesi, e ha ucciso circa 200 persone, riporta in New York Times. La minaccia questa volta è più letale. Dall’inizio di quest’anno, la sola Repubblica Democratica del Congo ha segnalato più di 14.000 casi di mpox e 524 decessi. Tra le persone più a rischio ci sono le donne e i bambini sotto i 15 anni. “Il rilevamento e la rapida diffusione di un nuovo clade di mpox nella Repubblica Democratica del Congo orientale, il suo rilevamento nei paesi vicini che non avevano precedentemente segnalato l’mpox e il potenziale di ulteriore diffusione all’interno dell’Africa e oltre è molto preoccupante”, ha detto il dottor Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’OMS.

In precedenza chiamato vaiolo delle scimmie, il virus è stato scoperto per la prima volta negli esseri umani nel 1970 in quella che oggi è la Repubblica Democratica del Congo. L’mpox è una malattia infettiva causata da un virus trasmesso agli esseri umani da animali infetti, ma può anche essere trasmessa da uomo a uomo attraverso uno stretto contatto fisico. La malattia provoca febbre, dolori muscolari e grandi lesioni cutanee simili a foruncoli. A maggio 2022, le infezioni da mpox sono aumentate in tutto il mondo, colpendo principalmente uomini gay e bisessuali, a causa del sottoclade clade 2b.

L’OMS aveva già dichiarato un’emergenza sanitaria pubblica durata da luglio 2022 a maggio 2023. L’epidemia, che ora si è ampiamente attenuata, ha causato circa 140 decessi su circa 90.000 casi. Il sottoclade clade 1b, che è aumentato in Congo da settembre 2023, causa una malattia più grave del clade 2b, con un tasso di mortalità più elevato. L’emergenza era stata dichiarata solo sette volte in precedenza dal 2009: per influenza suina H1N1, poliovirus, Ebola, virus Zika, di nuovo Ebola, Covid-19 e mpox. “Il rilevamento e la rapida diffusione di un nuovo clade di mpox nella RDC orientale, il suo rilevamento nei paesi vicini che non avevano precedentemente segnalato mpox e il potenziale di ulteriore diffusione in Africa e oltre sono molto preoccupanti”, ha affermato Tedros.
Tornando al caso in Svezia, l’agenzia di sanità pubblica ha così sottolineato in un comunicato stampa. “Crediamo che la Svezia sia ben preparata per diagnosticare, isolare e trattare le persone affette da mumpox in modo sicuro ed efficace. Il fatto che una persona venga curata per il morbo nel paese non implica rischi per il resto della popolazione”. Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) ritiene attualmente che questo rischio sia molto basso, ha affermato. E dopo il caso annunciato dalla Svezia, l’OMS ha detto che presto potrebbero essere confermati in Europa altri casi: “La conferma dell’mpox Clade 1 in Svezia è un chiaro riflesso dell’interconnessione del nostro mondo… è probabile che nei prossimi giorni e settimane si verifichino altri casi importati di Clade 1 nella regione europea».

La virologa italiana Ilaria Capua avverte che «Ci sarà un’altra pandemia, non sappiamo quale ma qualcosa di molto più aggressivo del Covid» spiegando che «non è che perché abbiamo avuto il Covid siamo a posto per i prossimi 200 anni». In un’intervista al Resto del Carlino, la virologa spiega che le pandemie sono un fenomeno ciclico e sollecita «una capacità di risposta a queste emergenze che sia ragionata, consapevole e studiata anche sulla base del territorio». La virologa mette infine in guardia sul rischio di trasmissione di patogeni attraverso il contatto diretto tra uomini e animali, particolarmente presente in luoghi con scarsa igiene, come i mercati di animali vivi. «Il salto di specie avviene quando c’è un contatto ravvicinato fra l’uomo e l’animale, i mercati di animali vivi dove specie che in natura non si incontrerebbero mai e invece sono nelle stesse gabbie ci sono ancora. Questi posti sono dei veri e propri gironi infernali».

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