Attualità

La flat detax

Una riduzione della tassazione rappresenta sempre un evento importante e positivo, specialmente in un paese con una pressione fiscale assolutamente insostenibile assieme ad un sistema burocratico sempre più invasivo come quello italiano.

Nel recente passato una manovra fiscale simile fu attuata dal governo Draghi ed aveva procurato un vantaggio in termini di riduzione del cuneo fiscale stabile, quindi anche per gli anni a venire, di circa 29 euro per i redditi sotto i 27.000 euro mentre erano 35 per quelli superiori.

La manovra del governo in carica, pur avendo una copertura finanziaria di solo un anno e finanziata ancora una volta attraverso l’aumento anche delle accise sui tabacchi, quindi a carico della fiscalità generale, presenta degli effetti decisamente superiori. Anche se, si ribadisce, questi saranno limitati ad un solo anno con l’effetto paradossale di un vantaggio limitato all’anno fiscale successivo ed un aumento della fiscalità generale invece permanente.

Quello, tuttavia, che lascia perplessi riguarda le modalità di distribuzione di tali vantaggi fiscali.

Si poteva scegliere per una riduzione del cuneo più cospicuo ma uguale per ogni fascia di reddito (flat detax) la quale, sulla base del principio inverso della marginalità decrescente al crescere della fascia di reddito, sarebbe stata percepita molto più alta dai percettori di redditi inferiori.

Oppure applicare il principio inverso di proporzionalità al reddito, e quindi determinare un maggior vantaggio fiscale inversamente proporzionale alle fasce di reddito.

Viceversa, si è scelto il principio della proporzionalità per fasce di reddito, se non proprio della progressività, cioè un maggiore vantaggio fiscale in rapporto al reddito.

Una scelta legittima ma che rappresenta la negazione della dottrina fiscale del centrodestra e lascia ancora una volta il ceto medio abbandonato a se stesso nella ricerca di un sostegno alla domanda interna.

Mostra altro

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio