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La migliore Italia

In un periodo di crisi completa, assoluta espressione di una sintesi nefasta tra i postumi della pandemia, e del perseverare del covid, e la terribile guerra voluta da Putin ed ancora in assenza di una strategia diplomatica europea la situazione economica volge drammaticamente verso una recessione figlia anche della infantile illusione di una ripresa nel 2021 legata, invece, quasi esclusivamente ai bonus ed alla esplosione della spesa pubblica ben oltre i mille (1.000) miliardi.

In questo contesto l’Italia, quella vera, cioè del lavoro e delle imprese dalla cui unione nasce la possibilità di creare una vera crescita del Pil, con l’obiettivo di superare l’impasse dell’intero mondo politico italiano, dimostra la propria capacità di reazione alle avversità.

Questa Italia della concretezza opposta a quella della politica si espone per la sopravvivenza della propria azienda e dei posti di lavoro assicurati sul territorio e dimostra di non attendere le vuote dinamiche politiche, troppo prese dagli accordi di lista in vista delle prossime elezioni di giugno, i cui vertici non si dimostrano neppure in grado di comprendere come senza ordini dei mercati esteri, e quindi anche di quello russo, il fatturato non possa crescere e tanto meno possono venire assicurati i posti di lavoro*.

La distonia del mondo politico viene poi confermata dalle “iniziative politiche” di alcuni leader privi di un minimo senso del ridicolo e della tempistica i quali blaterano di un necessario aumento delle retribuzioni non ponendosi in alcun modo nell’ottica del primo obiettivo odierno rappresentato dalla sopravvivenza del tessuto industriale minato dalla recessione.

Questa è la vera ed unica Italia di cui essere fieri, composta da persone intraprendenti e capaci di affrontare anche le terribili conseguenze di una economia di guerra e lontana anni luce dall’imbarazzante atteggiamento della politica ad ogni livello, comunale, regionale e nazionale, la quale sembra giocare anche in questo terribile momento (oltre due anni!) con la sopravvivenza di un sistema economico e quindi con le prospettive di vita dei cittadini solo ed esclusivamente per un vantaggio personale sia esso professionale, economico, narcisistico o ideologico.

Solo pochi anni fa venni premiato proprio a Fermo, capitale del distretto calzaturiero marchigiano, per la mia attività a favore del Made in Italy, del quale il distretto calzaturiero marchigiano ne rappresenta un valido esempio, e posso assicurare come già dal 2014 questo importante distretto industriale soffrisse gli effetti delle sanzioni nei confronti di uno dei principali mercati di riferimento come la Russia.

Ora, dopo otto anni di estrema difficoltà, ha deciso invece di reagire per la propria stessa sopravvivenza: a loro dovrebbe andare il più convinto appoggio come a tutte le famiglie il cui futuro dipende dalla continuazione dell’attività produttiva della aziende e dalla decisione degli imprenditori marchigiani di affrontare le conseguenze di una terribile guerra senza attendere i vuoti tempi della politica.

Questa è l’unica Italia nella quale ci si dovrebbe riconoscere con orgoglio e speranza contrapposta alla mediocrità nella quale siamo immersi.

*https://www.corriereadriatico.it/fermo/fermo_sfidano_europa_sanzioni_guerra_ucraina_calzaturieri_partono_fiera_mosca_ultime_notizie-6646537.html

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