La sovranità ceduta
Ancora oggi molti si dichiarano convinti che la sovranità nazionale trovi la sua massima espressione attraverso l’emissione di una valuta nazionale. Come logica conseguenza viene quindi considerata fondamentale la capacità della banca centrale nazionale di acquistare il proprio debito pubblico. Una visione decisamente manieristica e forse scolasticamente corretta ma che poteva risultare calibrata per un mondo ed un’economia divise in due blocchi ideologici, politici ed economici contrapposti.
Una condizione ora decisamente venuta meno con il crollo del muro di Berlino e la creazione di un unico mercato con tutte le proprie contraddizioni. All’interno di un mercato globale economico e finanziario, infatti, andrebbe ricordato come il valore di una moneta non venga conferito dalla cifra scritta sulla banconota, quanto invece dal riconoscimento certificato dai mercati finanziari sulla base della valutazione relativa ai fondamentali nazionali, economici e politici contemporanei ed in prospettiva di medio e lungo termine.
Viceversa, anche rimanendo in questa visione sovranista retromonetaria, si perde di vista quella che rappresenta il concetto reale di una vera sovranità strategica esercitata da uno Stato contemporaneo. Questa, infatti, trova la sua massima espressione nella complessa gestione dei Monopoli istituzionali rappresentati tanto dall’intero settore energetico quanto da quello delle comunicazioni e dallo stesso sistema della tutela e della difesa nazionale.
Solo pochi mesi fa l’ex Presidente del consiglio Draghi ha dichiarato candidamente come il costo delle energie in Europa risultasse troppo elevato a causa della sospensione delle forniture di gas dalla Russia, una grande inesattezza visto che le importazioni di gas russo hanno raggiunto nuovi record anche grazie alla triangolazione di stati del medio oriente. Lo stesso ex presidente della Bce omette, in più, come, rispetto all’Italia, il costo energetico in Francia risulti inferiore del -73%, anche grazie alla nazionalizzazione di EDF, mentre la Spagna presenti una bolletta energetica, grazie all’adozione del Price Cap per il gas, inferiore del-53%. La Germania si avvale di un costo inferiore del -34% in ragione di un accordo con la Norvegia per la fornitura di gas valevole nei prossimi quarant’anni del valore di cinquanta miliardi.
Sembra incredibile come, ancora oggi, si cerchi di nascondere le responsabilità di tutti i governi alla guida dell’Italia negli ultimi trent’anni i quali si sono prodigati nella cessione di quote di monopoli indivisibili a favore di gruppi finanziari molto spesso esteri, come pochi mesi fa è avvenuto per la TIM allo stesso fondo statunitense che ora acquisisce una quota rilevante di Enilive (Kkr).
Nel settore della Difesa nazionale, poi, solo qualche mese fa Leonardo è stata oggetto di un’acquisizione di quote da parte di Blackrock, rendendo perciò possibile l’ingresso di interessi privati anche nel settore della Difesa nazionale.
Tornando, quindi, al contesto globale la sovranità di una nazione si conserva esclusivamente attraverso la tutela di un sempre più complesso “sistema paese”, radicato sul territorio nazionale e incentrato su di una economia solida soprattutto nella propria componente industriale affiancata da una gestione nell’interesse nazionale in settori strategici come quelli delle telecomunicazioni dell’energia e della difesa nazionale. Una strategia nazionale che preveda anche un senso dello Stato oltre alle competenze strategiche, mentre in passato, esattamente come ora, tutti i governi hanno operato contro il mantenimento della sovranità in questi fondamentali asset istituzionali, forse per leggerezza politica (?) o peggio a causa di servire interessi privati (?) o anche solo con il banale obiettivo di trovare una pezza alla legge di bilancio dell’anno in corso (?).
Il declino di un paese nasce dalla mancata integrità e consapevolezza relativa alle conseguenze del proprio operato di tutta la classe politica e dirigente negli ultimi decenni.