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Le nuove convergenze parallele

La storia della politica italiana ha partorito concetti in grado di andare oltre la logica fisica i quali, tuttavia, erano in grado di indicare un percorso finalizzato ad una ipotetica crescita del Paese.

Il concetto di convergenza parallele partiva, in relazione ai due soggetti interessati, cioè la Democrazia Cristiana ed il Partito Comunista da una parte, dal rifiuto da parte del PCI alla realizzazione di uno Stato totalitario, e dall’altra alla caduta della pregiudiziale anticomunista della Democrazia Cristiana verso un compromesso nell’interesse dello Stato italiano.

Il terzo millennio ha visto, come molti avevano previsto, la fine dell’ideologia e dei progetti politici di ampio respiro sostituiti da visioni di basso cabotaggio finalizzate all’ottenimento del massimo consenso nella  prossima consultazione elettorale.

Tuttavia, pur venendo meno il quadro ideologico e politico che partorì questo possibile scenario, il medesimo principio viene ora  applicato ma con altri obiettivi. Quindi, anche se all’interno di una contraddizione  evidente, le convergenze parallele vengono trasformate dalla classe politica in strumenti finalizzati al conseguimento di obiettivi di parte.

Il governo in carica da poco più di tre mesi è riuscito in soli due Consigli di Ministri ad eliminare gli sconti fiscali dei carburanti per oltre 30 centesimi, non tenendo in alcuna considerazione di come, all’interno di un contesto europeo, l’economia italiana presenti il più alto tasso di inflazione ed in particolare nel settore alimentare, quello cioè maggiormente soggetto alle variazioni dei costi di distribuzione. Una decisione giustificata dapprima con la ricerca di fondi per i Comuni, quasi una tassa di scopo, e successivamente entrata nei rivoli  della spesa pubblica e quindi esentati dalla  definizione di un obiettivo.

Gli effetti di tale decisione saranno disastrosi per quanto riguarda l’inflazione nel settore alimentare che si sta proiettando verso un +13% ed in particolare per quelle fasce di popolazione meno abbienti  costrette per motivi di lavoro utilizzare i mezzi privati.

Al di là di ogni considerazione relativa alla coerenza tra le promesse elettorali e la realtà governativa di questa coalizione e della considerazione dimostrata verso i propri elettori, questa decisione ha ricevuto  l’appoggio persino di un esponente considerato l’economista del PD: Carlo Cottarelli. Il rappresentante del pensiero economico del PD ha sottolineato come sia stata giusta l’eliminazione di questo conto in quanto aiutava anche i “possessori di Ferrari”.

E’ evidente che quando una manovra fiscale finalizzata all’aumento della pressione fiscale ottiene il favore dell’opposizione questa già sulla carta ha le stimmate per rivelarsi assolutamente contraria agli interessi dei paesi e dei suoi cittadini. Andrebbe infatti ricordato, tanto agli esponenti economici del governo in carica quanto a Cottarelli, il principio dell’utilità marginale decrescente del denaro sulla base del quale ogni diminuzione del carico fiscale applicato ad un bene di consumo determini un maggiore vantaggio immediato per le fasce di popolazione a medio e basso reddito.

Contemporaneamente la loro sospensione, come quella attuata dal governo Meloni, non viene neppure recepita dalle fasce di popolazione ad alto reddito indicate in modo grossolano dai guidatori di Ferrari.

Il concetto di nuove  convergenze parallele si dimostra quindi assolutamente attuale anche se nel precedente millennio era applicato ad una visione politica ed ideologica dello Stato, mentre ora viene utilizzato n modo subdolo ed intellettualmente disonesto con l’unico obiettivo di aumentare ancora di più la spesa pubblica che rappresenta da sempre la prima forma di potere nel nostro Paese (*).

Questa convergenza di intenti tra maggioranza ed opposizione dimostra ancora una volta come, al di là quindi delle collocazioni meramente geografiche dei diversi partiti all’interno del Parlamento, questi si dimostrino uniti consapevolmente nella strategia  finalizzata a mantenere il proprio potere attraverso sia la costante crescita della spesa pubblica e, di conseguenza, del  carico fiscale come confermato dagli ultimi trent’anni della storia politica italiana. La logica politica ma soprattutto utilitaristica che sottende una  tale visione puramente economica e  contabile sostenuta dalla costante crescita della pressione fiscale risponde alla volontà di rafforzare l’esercizio del potere a spese del contribuente che ha visto nell’ultimo decennio ridursi il reddito disponibile del -12%. Contemporaneamente rappresenta la versione “moderna” di uno Stato Socialista.

(*) https://www.ilpattosociale.it/attualita/la-vera-diarchia/ (novembre 2018)

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