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L’Emilia Romagna autorizza la caccia indiscriminata alla volpe

La Regione Emilia Romagna tenta nuovamente di sterminare le volpi con un piano regionale che prevede l’abbattimento di 6.150 animali per quest’anno. L’aspetto ancora più tragico del provvedimento è il sistema di caccia che prevede che gli abbattimenti possano essere effettuati con interventi individuali col fucile, sparando da un automezzo oppure utilizzando le gabbie trappola. La motivazione sarebbe quella dei danni causati dalla volpe, anche se questi danni sono veramente minimali, basta pensare che nella provincia di Piacenza sono stati quantificati in 300 euro nel 2010 e 393 euro nel 2015. Sempre in questa provincia, dal 2011 al 2017, sono state abbattute 487 volpi e 4,725 in tutta l’Emilia Romagna nel normale periodo di caccia. Ma l’abbattimento delle volpi si svolge anche fuori dal periodo di caccia, tanto è vero che in Emilia Romagna in 10 anni, in periodo non di caccia, sono state abbattute ben 34.859 volpi.

Alla decisione si è giustamente opposta Legambiente, specie per quanto riguarda la caccia di notte con ausilio di fonti luminose (che notoriamente abbagliano gli animali). Aumenta anche il pericolo del bracconaggio, visto che i controlli non potranno utilizzare quella polizia provinciale che non fa più vigilanza. I bracconieri potrebbero incrementare ulteriormente la loro attività, specie catturando ed uccidendo animali più giovani la cui pelliccia può essere utilizzabile. Abbattere le volpi, utili anche per contenere l’espansione di specie dannose quali le nutrie, i topi, le bisce ed altri animali dannosi, turberà nuovamente l’ecosistema che a fatica si cerca di ripristinare. Negli anni scorsi sono state moltissime ad esempio le lamentele per l’eccessiva espansione dei cinghiali e degli ungulati in genere che hanno portato a diversi danni in agricoltura. Oggi in molte aree la situazione è nettamente migliorata grazie all’arrivo di piccoli branchi di lupi. Per i lupi sono state fatte molte inutili polemiche ma la realtà è che la loro presenza ha migliorato la situazione facendo diminuire nettamente il numero degli ungulati.

Troppe volte, con pretesti o motivazioni irricevibili, politici non a conoscenza dei fatti e purtroppo non interessati a conoscerli hanno creato e continuano a creare problemi alla fauna e alla flora.

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