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Mala tempora currunt et peiora parantur

Al Festival di Sanremo, evento ormai da tempo diventato internazionale e visto anche da adolescenti, due personaggi hanno mimato, in prima fila, un atto sessuale anale, poi si sono baciati lingua in bocca. Si è poi saputo che non si è trattato di deprecabili improvvisazioni ma di gesti programmati, per fare notizia tutto è consentito.
Ormai basta andare in certi comuni e si può cambiare sesso sulla carta d identità, femminile, maschile, liquido, neutro, chi ha più fantasia si faccia avanti.
Si è festeggiato come un grande evento la comunicazione di un noto calciatore della sua omosessualità, cosa c’è di nuovo? L’hanno già fatto in tantissimi in ogni categoria sportiva, dello spettacolo e della società, stupisce l’enfasi decisamente inutile se non per ragioni di proselitismo, pratica che non ha nulla a che vedere con l’individuale diritto alla libertà di scelta. Anche le sette fanno proselitismo, vogliamo che la differenza sessuale dia spazio a nuove sette, nuove lobby? Ma di fatto è già così.
Decine di migliaia di adolescenti, senza avere ancora raggiunto la maturità fisica, oltre quella anagrafica, modificano irreversibilmente il proprio corpo: cambio di sesso, tatuaggi molto invasivi e spesso con sostanze pericolose, drastiche operazioni estetiche le conseguenze delle quali si fanno sentire negativamente dopo qualche anno. E molti, dopo qualche anno, vogliono tornare al sesso precedente.
Nessuno è più contento di come è, non si tratta di aggiustare qualche  difetto fisico o di migliorare un po’ il proprio aspetto, il problema è che nessuno vuole più essere se stesso, bisogna diventare qualcun altro, usare il proprio corpo per modellare un’altra persona.
In alcuni Stati americani ed europei è consentita, ed è anche di moda, la sepoltura green, sembra che consista nel congelare il corpo del defunto per poi sminuzzarlo in pezzetti e buttarlo sotto un po’ di terra e di foglie, così diventa concime naturale.
La violenza, specie adolescenziale, è in continuo aumento alimentata dalla rete, dalla confusione tra il virtuale ed il reale, dall’insoddisfazione crescente, dall’incapacità di autorevolezza, di esempio positivo di scuola, famiglia, istituzioni, mass media.
Il covid non ha insegnato nulla e neppure la ferocia della guerra in Ucraina, la tragedia del terremoto in Turchia e Siria, il sempre più evidente pericolo di un conflitto allargato e di una siccità che sta mietendo migliaia di vittime in Africa procurando una imminente escalation dell’immigrazione.
Più i pericoli aumentano, più sarebbe necessario ritrovare un senso alla nostra vita, individuale e collettiva, e più ci si rifugia nella ricerca di una diversità spesso costruita a tavolino, ricercata come fonte di una pace interiore che non può esserci quando tutto diventa esteriorità ed il pensiero, l’introspezione, la conoscenza dei problemi, l’empatia verso gli altri, la consapevolezza di se sono banditi.
Mala tempora currunt et peiora parantur

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