Attualità

Mastro Gino

Esempio (e non Santo) subito!

Il medico italiano Luigi Strada (solo “Gino” per tutti, per sua volontà) fondatore, assieme alla moglie Teresa Sarti, della nota ONG Emergency, ci ha lasciato da pochi giorni… una importante occasione di riflessione e di redenzione. Redenzione nel suo significato più antico, ovvero la possibilità di liberarci da uno stato di inferiorità spirituale e di intima sofferenza per le nostre colpe. Eppure, anche in questo caso, a giudicare dal moltiplicarsi degli elogi funebri da parte di tutti gli uomini e le donne che in qualche modo “contano” in Europa e non solo, elogi stracotanti di parole di lode e di ammirazione per il suo agire sociale (indubbiamente meritorio), sembra trapelare l’ennesimo processo collettivo, più o meno consapevole, verso la sua beata mistificazione. “Siamo tutti più soli”, “Abbiamo perso un eroe”, “Mai più il Mondo di prima”, “Merita un monumento”, etc. etc. Come a dire “Santo Subito!” o “Nessuno potrà mai fare quello che ha fatto lui” o, ancora, “Non è imitabile! Non può essere un esempio per nessuno perché solo lui e nessun altro potrà mai fare ciò (i miracoli) che ha fatto”. È storia antica. Ancora oggi ci sono centinaia di milioni di persone nel mondo che commemorano in luoghi e giorni prestabiliti, le statue dei loro maestri, dei loro santi, dei loro martiri o dei loro “eroi”, senza metterne veramente in pratica l’esempio.

Nel febbraio del 2003, grazie ad un caro amico, ebbi l’onore e il grandissimo piacere di conoscere a Perugia la signora Tara Gandhi, nipote del Mahatma. Negli anni a venire ci sono state altre occasioni di incontro e, in una di queste, la signora Gandhi ci raccontò che il nonno diceva che da sua moglie aveva imparato il messaggio della nonviolenza. Quando Kasturba (questo il suo nome) morì in prigione nel 1944 tutti i più grandi leader nazionali ed internazionali si affrettarono ad esprimere bellissime parole di cordoglio. Fra i seguaci, invece, accadde che in migliaia si affrettarono a fare proposte su quale grande monumento sarebbe dovuto essere costruito per meglio commemorarne e onorarne la memoria. Ci furono accese discussioni in tutto il Paese che durarono molti giorni. Fu Gandhi a porre fine a questo ennesimo tentativo di beata mistificazione collettiva limitandosi a dire che se si voleva veramente onorare la memoria di Kasturba, chiunque ne aveva ammirato l’opera non doveva far altro che riprodurla, ovvero, mettersi al servizio delle donne e dei bambini bisognosi dell’India come aveva fatto lei tutta la vita. “Monumento”, o meglio, movimento di azioni praticabili in ogni dove e in ogni tempo.

Fu così, allora, che il Kasturba Gandhi National Memorial Trust (KGNMT) venne fondato nel 1945 come risposta allo stimolo del Mahatma.

Oggi questa fondazione conta circa ventiquattro grandi centri in tutta l’India e da circa ottant’anni è rimasta fedele ai propri ideali portando conforto a milioni di persone in difficoltà. “Se le donne in Assam hanno combattuto coraggiosamente il terrorismo, le sorelle di Orissa hanno dovuto far fronte alla violenza della società lo devono a questi centri di accoglienza”, ha scritto la sig.ra Tara. “Vi sono storie di coraggio e di successo in ciascun centro e in ciascun ramo. Il centro principale è Kasturbagram (Indore) dove è presente anche un Istituto Rurale ed un Centro di Formazione. L’agricoltura, gli asili nido, i laboratori artigianali Khadi e di Villaggio, i centri di cura: sono parte di praticamente tutti i centri dell’organizzazione […] Ogni ramo dell’organizzazione si è meritato la fiducia della società che lo circonda ed ora è necessario che le aspettative delle persone non vengano deluse. Ispirati da Gandhi e da Kasturba, l’organizzazione ha chiamato a raccolta donne e uomini da tutto il Paese per lavorare per la responsabilizzazione delle società dei villaggi. Non possiamo, tuttavia, ignorare che, come molte altre istituzioni ispirate a Gandhi, il Kasturba Trust deve far fronte a molteplici sfide. Invero, il cammino verso la visione del Sarvodaya (il risveglio dello spirito in armonia con la natura e l’ambiente per tutte le forme di vita) è ancora lungo”.

E che il cammino è ancora lungo lo sapeva anche Gino, per questo non appena ha potuto, non ha perso tempo e grazie all’aiuto dei suoi familiari e di tanti uomini e donne di buona volontà, ha fondato un’organizzazione che presta soccorso agli ultimi, agli immigrati ed, in particolare, alle innocenti vittime di guerra in diverse parti del Mondo.

Dal 1994, anno della sua fondazione, Emergency è operativa in diciannove paesi dove ha già curato più di dieci milioni di persone.

Vogliamo onorare la memoria di Gino perché ne ammiriamo l’operato?

Sono tante le cose che possiamo fare. In primis e, senza perdere tempo, sostenere economicamente Emergency e attivarci perché anche i nostri parenti ed amici lo facciano (https://www.emergency.it/sostieni-emergency/). Delle altre cose che possiamo fare, sono certamente molto importanti tutte le azioni volte a prevenire tutte le emergenze globali a livello ambientale, alimentare, sociale ed economico in quanto continue cause di guerra e distruzione. E poi ancora. Dobbiamo rivedere i contenuti dei programmi scolastici nazionali, rivedere le agende politiche dei nostri Governi (comunali, regionali e nazionali) e rimettere in discussione i nostri stili di vita ed alimentari e, perchè no, anche aprire e sostenere centri di accoglienza sul modello della Fondazione Kasturba. Perché Gino non ha solo realizzato una rete solidale di cura per le emergenze sanitarie nel mondo (se pur straordinaria, ancora molto al di sotto delle sue reali esigenze) ma si è speso moltissimo perché si agisse per prevenire l’uso della guerra come metodo di sopraffazione e soluzione delle controversie fra i popoli.

Sul piano lessicale, mistificare significa alterare la verità a proprio vantaggio. Se operata a danno di una persona, la mistificazione equivale a inganno, raggiro, imbroglio, abbindolamento, turlupinatura, impostura, frode, ecc; se applicata alla realtà o ai fatti significa falsificazione, travisamento, distorsione, adulterazione, alterazione, manipolazione. Il termine mistificare, di fatto, è strettamente imparentato con mentire e ingannare (se stessi e gli altri). Come dire “Gino era un super uomo, inimitabile. Morto lui, aspettiamo un altro supereroe”. Demistificare, ovviamente, significa scoprire e denunciare le mistificazioni che alterano la realtà di un fatto, di un evento o di una persona e restaurare la “verità”. Come dire “Nonostante i suoi e i nostri limiti, Gino ci ha provato e ci ha mostrato che la realtà è un’altra da quella che vediamo in TV e che la solidarietà umana, senza se e senza ma, può solo che redimerci”.

Grazie Gino. Tu hai fatto la tua parte. Adesso tocca a noi.

Se uno di noi, uno qualsiasi di noi esseri umani, sta in questo momento soffrendo come un cane, è malato o ha fame, è cosa che ci riguarda tutti. Ci deve riguardare tutti, perché ignorare la sofferenza di un uomo è sempre un atto di violenza, e tra i più vigliacchi.

Gino Strada (1948 – 2021)

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