Moneta elettronica: dai “tempi e metodi” alla deriva sudamericana della lotteria
L’ accreditamento di un pagamento eseguito da un cliente attraverso una carta di credito o di debito sul proprio conto corrente richiede mediamente circa 48 ore ma talvolta può arrivare anche a quattro giorni. Sono quindi necessari come minimo due giorni mediamente per ottenere la disponibilità della risorsa finanziaria legata ad un pagamento effettuato da un cliente attraverso “carte di credito o debito”. Questo intervallo tra la vendita di un bene o l’erogazione di un servizio e la disponibilità del giusto corrispettivo si traduce in un gap negativo interamente a carico dell’operatore economico.
Potrebbe anche sembrare un fattore marginale, tuttavia, in relazione all’aumento dell’utilizzo della moneta elettronica questi (minimo) due giorni dovrebbero venire applicati in aggiunta a
tutte le scadenze alle quali risultano sottoposti i fruitori di pagamenti con moneta elettronica. Altrimenti questo gap negativo si tradurrebbe nella semplice riduzione di (minimo) due giorni della tempistica per ottemperare ad ogni scadenza con la pubblica amministrazione (che incentiva proprio la moneta elettronica) e gli stessi operatori privati, a tutto svantaggio degli operatori economici.
In un momento di forte rallentamento del sistema creditizio ed economico ovviare a tale problematica si dimostrerebbe un atto di buon senso e finalmente attraverso questo adeguamento una concreta e tangibile manifestazione di sensibilità nei confronti degli operatori privati.
Inoltre sarebbe il primo e per ora unico incentivo all’utilizzo della moneta elettronica. Un adeguamento che riporterebbe finalmente il nostro Paese e la sua politica fiscale nel perimetro del diritto rispetto alla ridicola ed imbarazzante deriva sudamericana espressione della scelta dei legislatori di avviare la lotteria degli scontrini con il fine di favorire la moneta elettronica.