Non siamo giapponesi perciò abbiamo bisogno di certezze non di raccomandazioni
Da giorni sappiamo, e ci è continuamente ricordato, che il covid è in forte espansione con un elevato indice di trasmissibilità mentre aumentano, oltre ai contagiati, i ricoveri e le vittime.
Da giorni autorevoli voci sottolineano come sia raccomandato l’uso della mascherina al chiuso e all’aperto nei casi di sovraffollamento, nel frattempo la maggioranza delle persone si guarda bene dall’usarla mentre si susseguono concerti con decine di migliaia di presenze e legittime e affollate feste nei piccoli comuni.
Certo è estate, tutti abbiamo voglia di libertà e di stare insieme agli altri, altrettanto certo è che l’aver dimentica ogni precauzione ci ha portato ad una situazione molto grave che può ancora drammaticamente peggiorare come dimostra la riapertura, in molti ospedali, dei reparti covid.
Come è noto a tutti siamo un popolo di anarchici in pectore, un po’ paurosi ma molto più strafottenti, sempre convinti di essere immuni dal pericolo, non siamo giapponesi ligi anche alle raccomandazioni per senso del dovere, le raccomandazioni a noi non bastano, a volte non bastano neppure le leggi!
Per questo rivolgiamo un preghiera alle autorità competenti, a partire dal ministro della Sanità,: cerchiamo di non avere il solito timore di critiche o di cali di consenso e abbiano il coraggio di dire che la mascherina, fino a che i contagi non scenderanno significativamente, non è un optional ma un obbligo nei luoghi chiusi e all’aperto, quando c’è folla.
Certo cominceranno subito le polemiche, si parlerà di autoritarismo, si rivendicherà il proprio diritto anche ad ammalarsi e a contagiare il prossimo, è un film già visto ma la salute collettiva vale di più delle proteste di qualche militante o leader di partito o delle contumelie dei soliti negazionisti e terrapiattisti.
La mascherina ai concerti ed alle feste in piazza o nei grandi magazzini e supermercati non lede nessuna sacrosanta libertà ma tutelerà un po’ di più la salute di tutti.
E, non ultimo, gli addetti ai lavori ci spieghino meglio chi sono per loro i soggetti fragili specificando le varie fragilità, diabete, tumore, cardiopatia, asma… e ricomincino a spingere sulla campagna vaccinale per quelle seconde e terze dosi che non sono mai state fatte!
Tutto il resto è ancora una volta aria fritta, paura di prendere decisioni perchè si sa che, in Italia, l’unica cosa che la cosiddetta classe dirigente teme è l’impopolarità e l’unico obiettivo è cercare consenso anche dicendo o facendo proposte inutili o pericolose. Certo ci sono le elezioni ma come ben sappiamo la maggioranza dei cittadini, sempre più delusi, o non va a votare o vota per sfregio perciò cerchiamo di avere un po’ di coraggio e di fare il meglio per tutti non solo per i nostri ipotetici elettori.