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Pandemia e inviti dell’Oms non fermano in Cina l’allevamento di cani per uso alimentare

In una sua recente pronuncia l’Oms avverte del pericolo rappresentato dalla vendita, per uso alimentare, di animali selvatici vivi, infatti questi sono serbatoio del 70% delle malattie infettive che potrebbero essere trasmesse, in modi diversi, all’uomo causando nuove pandemie. In molti paesi, specialmente asiatici, i mercati che vendono animali selvatici vivi sono restati aperti nonostante le sollecitazioni di alcuni governi, come quello cinese, a cessare questo pericoloso commercio. Proprio in Cina continua, in molte regioni, l’utilizzo di carne di cani, allevati allo scopo alimentare, in allevamenti lager nonostante recenti leggi abbiano chiarito che i cani non sono da considerarsi animali per l’alimentazione. Resta da chiedersi come un governo, ed un sistema politico, così capace di farsi obbedire su tutto non sia ancora stato in grado di debellare gli allevamenti di cani da macello ed i mercati con selvatici vivi, nonostante tutti i problemi creatisi con l’insorgere della pandemia proprio in uno di questi mercati.

L’Oms chiede anche maggiore pulizia, controlli e regole per gli allevamenti di animali da carne.

Intanto ha dato buoni risultati la prima fase del vaccino anti covid 19 per i gatti e nelle prossime settimane si avranno i dati anche della seconda puntura, si pensa inoltre ad una sperimentazione sui visoni, animali che nei mesi scorsi si sono dimostrati particolarmente predisposti ad ammalarsi e a contagiare.

Una buona notizia in Italia è che il Ministero della Salute abbia finalmente annunciato che entro il 2021 si potrà estendere a tutte le regioni il nuovo sistema di anagrafe per gli animali d’affezione, sistema al quale, per ora, le regioni potranno aderire volontariamente mentre invece dovrebbe essere obbligatorio un sistema nazionale di identificazione. I sistemi regionali, infatti, non essendo compatibili tra di loro e connessi in rete spesso ritardano, o impediscono, il riconoscimento di animali persi. Rimane anche il problema, per alcune regioni del sud, dell’omessa pratica per l’identificazione degli animali di proprietà lasciati spesso liberi intorno a casa o in campagna senza che sia possibile, di conseguenza, identificarne i proprietari, tale pratica aumenta anche il randagismo, infatti le cucciolate indesiderate sono abbandonate. Nel programma del Ministero vi è anche l’annuncio di un maggior coordinamento e controllo sulle strutture di vario genere che ospitano animali: canili, rifugi, allevamenti.

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