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Restano solo 500.000 elefanti

Anche nei giorni che precedono e seguono la giornata mondiale dedicata alla salvaguardia dell’elefante, continua il massacro di questi favolosi animali, perché la strada che porta all’ ‘oro bianco’ è sempre battuta dai cacciatori, dai predatori. All’inizio del XX secolo erano stati censiti circa 3 milioni di elefanti, secondo le stime del Wwf, mentre oggi se ne contano al massimo 500.000 tra africani ed asiatici.

Ogni anno vengono uccisi dai bracconieri oltre 30.000 elefanti, gli elefanti asiatici sono ancora più a rischio di estinzione di quelli africani in quanto ve ne sono solo 50.000 che vivono in libertà e ogni giorno sotto la pressione dell’espansione demografica umana si restringe il loro habitat naturale. Nonostante in Asia l’elefante rimanga il simbolo della saggezza la caccia all’avorio continua a farne preda ambita e preziosa.

L’avorio, sul mercato dei contrabbandieri, vale almeno 700 dollari al chilo, la Cina è uno dei Paesi che richiede maggior avorio, anche se ultimamente ha formalmente aderito ai tanti appelli che da anni vengono levati nel mondo e avrebbe proibito il commercio dell’avorio stesso.

Il bracconaggio però comtinua, rendendo sempre più problematica la sopravvivenza della specie, che ha una bassissima natalità (la femmina dell’elefante delle foreste diviene fertile solo a 20 anni e partorisce un elefantino ogni 5-6 anni, nella savana l’età fertile della femmina è a 12 anni, le nascite sono distanziate di 4 anni).

Malgrado molti Paesi abbiano proibito il traffico dell’avorio, il Kenya ha anche fatto bruciare le zanne confiscate, il commercio illegale continua. Solo in Francia, nel 2016, la dogana ha confiscato 800 quintali di avorio.

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