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Sanità: dal diritto al credito a punti

Il sistema fiscale è basato sulla quantità di reddito dichiarato e non sulla qualità (*) ed assicura le risorse finanziarie necessarie per fornire dei servizi anche sanitari alla popolazione. A chiunque, quindi, indipendentemente dal profilo e soprattutto dallo stile di vita, viene riconosciuto il diritto costituzionalmente tutelato di pretendere un’assistenza sanitaria di buon livello in caso di necessità, a maggior ragione se d’urgenza.

La prevenzione, invece, nasce dalla consapevolezza che la ricerca medica riesce a ottenere degli ottimi risultati quando intervenga con una tempistica ottimale, quindi alle prime manifestazioni della patologia. La sua promozione risulta perciò fondamentale per assicurare un livello di salute generale e, di conseguenza, veicolare nel migliore dei modi le risorse finanziarie necessarie a favore dello stesso Sistema Sanitario Nazionale.

Tuttavia, non può esistere nessun tipo di premio nella gestione ma soprattutto nella erogazione dei servizi del Sistema Sanitario, tantomeno in rapporto ai comportamenti dei singoli individui rispetto a dei protocolli di comportamento elaborati dallo Stato.

La Cina che, si ricorda a tutti, non rappresenta una democrazia e neppure ci si avvicina, ha introdotto nella pratica quotidiana il credito sociale sulla base del quale ogni persona riceve da molteplici fonti dei feedback che ne accrescono o diminuiscono appunto il proprio credito sociale.

L’idea di introdurre questo tipo di feedback monitorando i comportamenti dei singoli individui, per accrescere o diminuire un ipotetico credito sanitario, rappresenta una bestialità figlia di uno Stato etico il quale invece di assicurare il massimo dell’assistenza sanitaria vuole trasformarsi in un gestore di gadget con l’unico obiettivo di risparmiare risorse finanziarie.

In altre parole, il benessere del singolo cittadino viene individuato come espressione di comportamenti virtuosi aderenti ai protocolli statali e solo in questo caso diventa maggiormente virtuoso e degno.

Ora nessuno ha intenzione di sottovalutare il valore della prevenzione, la quale è stata completamente penalizzata se non azzerata durante gli anni del Covid, e della cui lacune dovrebbero rispondere quanti abbiano gestito negli ultimi trent’anni la sanità pubblica imponendo continui tagli di finanziamenti e di strutture sanitarie. Ma credere che attraverso l’elargizione di skipass o ingressi alle terme donati “da uno Stato Superiore ai propri sudditi”, che possa assicurare ed accrescere l’aderenza ai protocolli sanitari (**) dei comportamenti dei singoli cittadini, rappresenta la peggiore espressione di uno Stato Etico, per di più caratterizzato da un bagaglio culturale imbarazzante.

Tutte queste risibili trovate rappresentano, invece, la volontà di mantenere inalterato il livello di spesa pubblica senza valutarne e migliorarne la qualità e, di conseguenza, esprimono già il proprio fallimento intellettuale e strategico.

Solo in un mondo nel quale il parcheggio di un ospedale risulta a pagamento mentre quello di un centro commerciale è gratuito e le pizze arrivano più velocemente delle ambulanze un diritto può diventare un credito a punti.

(*) la cui differenza è impossibile da definire ma di certo chi crea lavoro rispetto a chi specula dovrebbe pagare meno tasse.

(**) la prevenzione esprime una evoluzione della cultura e consapevolezza medica non certo una politica commerciale.

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