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Sempre più diffuso il consumo di stupefacenti: ne fanno uso 4 studenti su 10

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, nel corso della conferenza stampa sulla Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia 2024, ha riferito che. “emerge una diffusione pandemica delle sostanze stupefacenti, l’abbassamento dell’età di primo approccio e poi l’uso abituale e l’incremento del principio attivo”. Ed ha affermato ancora che bi è “scarsa consapevolezza diffusa di quanto fa male qualsiasi tipo di droga”.

Secondo i dati del 2023 quasi 960mila giovani tra i 15 e i 19 anni, il 39% della popolazione studentesca, hanno assunto nella loro vita almeno una volta una sostanza psicoattiva illegale e oltre 680mila (più di un quarto della popolazione studentesca) lo hanno fatto nel corso dell’ultimo anno. Nello stesso periodo sono stati quasi 360mila gli studenti under 18 che hanno consumato almeno una sostanza illegale, pari al 23% dei minorenni scolarizzati. I minorenni denunciati per reati penali correlati alla droga sono in aumento del 10% rispetto al 2022 (sono stati 1.246, il 4,5% delle persone denunciate). Inoltre aumenta il consumo di cocaina: quasi 54mila ragazzi tra i 15 e i 19 anni riferiscono di aver fatto uso di cocaina nel 2023 e aumenta anche la percentuale di studenti che hanno utilizzato la sostanza prima dei 14 anni.

Tra i genitori di minorenni c’è una maggior tolleranza verso sostanze legali e cannabinoidi, come emerge dai risultati preliminari dello studio pilota “Famiglie e prevenzione” su “percezioni e competenze dei genitori riguardo al consumo di sostanze psicoattive e alcol da parte dei minori”, che si basa sui dati raccolti a marzo-aprile 2024 attraverso una survey anonima alla quale hanno partecipato 4.901 genitori di studenti con età tra i 9 e i 14 anni, frequentanti 20 scuole primarie e secondarie di primo grado della Città metropolitana di Roma Capitale, e contenuto nella Relazione annuale. “I genitori intervistati si ritengono per oltre il 50% capaci di riconoscere i sintomi derivanti dal consumo delle sostanze legali (alcol e derivati del tabacco) e dei cannabinoidi, mentre meno della metà si dice in grado di riconoscere i sintomi legati all’uso di altre sostanze psicoattive illegali” – si osserva nella Relazione. “Riguardo al consumo, si rileva maggior tolleranza verso sostanze legali e cannabinoidi: due genitori su cinque si dichiarano permissivi rispetto a tabacco e sigarette elettroniche e circa la metà ritiene che il consumo di alcol e cannabinoidi vada contestualizzato prima di essere giudicato. Il consumo di altre sostanze illegali è invece reputato assolutamente intollerabile dal 90%”.

“La maggior parte dei genitori ritiene facilmente accessibili per i propri figli tutte le sostanze considerate. I luoghi all’aperto, come strade e parchi, sono maggiormente indicati come quelli dove reperire sostanze illegali e psicofarmaci, oltre a luoghi più frequentati dai figli come scuole e case di amici, in relazione alle sostanze legali” – si sottolinea riportando i risultati preliminari dello studio. “Qualora venisse a conoscenza che i propri figli fanno uso di sostanze, la maggior parte dei genitori ricorrerebbe prevalentemente ad attività di informazione e coinvolgimento familiare”.

Tra gli studenti che hanno utilizzato cocaina la metà circa riferisce un primo utilizzo tra i 15 e i 17 anni, mentre il 39% si è approcciato a questa sostanza prima dei 15 anni. Quasi 700mila studenti (28%) riferiscono invece di aver utilizzato cannabis almeno una volta nella vita, 550mila riferiscono di averla consumata nell’ultimo anno (22%) e per quasi 70mila studenti si è trattato di un consumo frequente (20 o più volte nel mese). I valori relativi ai consumi aumentano al crescere dell’età e registrano nel complesso una prevalenza maggiore tra i ragazzi rispetto alle coetanee. “Quasi 2/3 degli studenti ha utilizzato cannabis per la prima volta fra i 15 e i 17 anni, mentre il 29% a 14 anni o meno, dato che risulta in calo rispetto al 2022. Dopo l’importante incremento osservato nel post pandemia, il consumo di cannabis registra una leggera contrazione”, prosegue. “Circa 100mila studenti (4,1%) hanno assunto allucinogeni nella loro vita, quasi 49mila (2%) ne hanno fatto uso nel corso dell’ultimo anno e in 13mila li hanno utilizzati almeno 10 volte nell’ultimo mese (0,5%)”, continua. Sono poi 94mila gli studenti (3,8%) che riferiscono di aver fatto uso di cocaina almeno una volta nella vita, quasi 54mila (2,2%) lo hanno fatto nel corso del 2023 e per 18mila il consumo è avvenuto 10 o più volte negli ultimi 30 giorni (0,7%). Sono soprattutto i 17enni ad aver consumato cocaina nell’ultimo anno e, in tutte le fasce d’età, i consumi maschili risultano superiori a quelli femminili. Tra gli studenti che hanno utilizzato cocaina, la metà circa riferisce un primo utilizzo tra i 15 e i 17 anni, mentre il 39% si è approcciato a questa sostanza prima dei 15 anni (dato in crescita rispetto al 2022).

Eroina e oppiacei le sostanze alla base del 17% dei ricoveri ospedalieri droga-correlati e rimangono la principale causa di decesso per intossicazione acuta letale in Italia (63% dei decessi con sostanza specificata)”. “È opportuno segnalare che, tra i decessi droga-correlati, aumentano in modo consistente dal 2013 quelli attribuiti al metadone passando dal 6,6% al 18% dei decessi con sostanza specificata”, continua.

Pur presentando per la prima volta dalla pandemia una flessione, i prodotti della cannabis restano quelli a maggior impatto sia per quanto riguarda la diffusione sui territori sia relativamente allo sforzo legato al contrasto. La cannabis e i suoi derivati continuano a essere le sostanze largamente più diffuse tra i giovanissimi”. Il dato relativo alle piante di cannabis sequestrate (quasi 160mila) conferma, infine, il consolidamento della produzione italiana concentrata principalmente in Sardegna e Calabria. Registra una leggera crescita, infine, la quota delle persone assistite presso i SerD per uso di cannabis, pari al 12% delle persone in trattamento.

Nel corso del 2023, sono stati rilevati 227 decessi per intossicazione acuta da sostanze stupefacenti (rilevati su base indiziaria da parte delle Forze di Polizia), valore inferiore a quello dell’anno precedente” quando furono 298. Dal 1973, sono stati complessivamente registrati 26.976 decessi: se fino agli anni novanta il numero dei decessi droga-correlati era molto elevato, a partire dall’anno 2000 si osserva una progressiva e costante diminuzione. Nel 2023, l’84% dei decessi ha riguardato uomini e il 10% persone di nazionalità straniera. La maggior parte dei decessi (58%) ha riguardato persone di 25-49 anni e il 36% di 50 anni o più; il 6,1% dei decessi ha riguardato giovani con meno di 25 anni – si sottolinea. Nell’ultimo decennio, l’età media dei deceduti è progressivamente aumentata, passando da 38 a 43 anni. Nel 2023, si registra un tasso di mortalità per intossicazione acuta da sostanze pari a circa 6 decessi ogni milione di residenti di 15-64 anni, con valori intorno a 8-9 nelle regioni nord-orientali e centrali e intorno a 4 nelle regioni meridionali. Nel corso dell’ultimo decennio, le regioni settentrionali registrano un incremento nella quota dei decessi che sale da 36 a 47%.

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