Sete di acqua e di giustizia
C’è un territorio bellissimo, ricco di storia millenaria, di culture che sono intrecciate nei secoli, di monumenti e vestigia di passati lontani che tutto il mondo invidia. Un territorio arricchito da montagne con, tutto attorno, un mare dalle mille sfumature, un territorio dove, purtroppo, a volte malavita e politica si sono alleate creando tragedie e lutti.
Sicilia fiera e sofferente, assetata di acqua, Sicilia senza ferrovie e strade adeguate, come tutti sanno da decenni, Sicilia con i rubinetti asciutti per milioni di abitanti e le file di autobotti e le coltivazioni un’altra volta a rischio o già perse e gli animali muoiono.
Sicilia senza acqua l’altro ieri, ieri, oggi, governatori e ministri distratti o collusi, impotenti o troppo potenti nell’occuparsi dei loro affari invece che di quelli dei siciliani e perciò degli italiani?
Cosa ha accecato Berlusconi e poi altri, fino ad arrivare a Salvini, inducendoli a credere che il ponte sullo Stretto potesse rappresentare sviluppo economico in un territorio nel quale mancano le più normali vie di comunicazione, crollano ponti appena fatti ma, sopratutto, si muore di sete perché nessuno ha provveduto, nei decenni, a costruire le infrastrutture per l’acqua?
Accecati o interessati ad altro? Ignoranti del problema o consapevoli che certi problemi portano sviluppo alle attività criminali, che vendono anche l’acqua?
La Sicilia ha sete, l’acqua è necessaria per vivere, il governo dia l’acqua prima di pensare al Ponte e Salvini costruisca i binari per i treni e le strade prima di buttare via altro denaro per un ponte che, se non ci sarà una svolta immediata, unirà solo due regioni, Calabria e Sicilia, entrambe prive di strade e ferrovie e assetate di acqua e di giustizia.