Solo con l’educazione si può conquistare la parità di genere
Le leggi, le numerose prese di posizioni, gli appelli e le condanne, che le parole esprimono con decisione, non modificano la realtà: l’uccisione di donne aumenta e viviamo in una società maschilista non perché il Pd non ha ministri donna ma perché, dall’educazione scolastica a quella famigliare, non si insegna il rispetto dell’altro e le donne ne subiscono le conseguenze.
La parità di genere non si conquista se non attraverso l’educazione che i bambini dovrebbero ricevere fin dalla culla, che i maschi adulti dovrebbero apprendere dalla società che li circonda, società che invece sulle disuguaglianze discetta molto per non eliminarle quasi mai. Educazione, cultura, costume anche per insegnare alle donne a rispettarsi di più, a non cedere alle lusinghe di droga o denaro facile, a sapere che la libertà ha anche il prezzo di rendersi il prima possibile autonome e capaci di gestire la propria vita, a prescindere da quanto possa essere difficile, faticoso accettare una momentanea solitudine piuttosto che un rapporto poco chiaro o violento. Bisogna pensare meglio a come prevenire situazioni che troppo spesso si tramutano in fatti di sangue. Il covid ha fatto più chiaramente emergere le troppe violenze, fisiche e morali, che troppe volte si consumano in ambito domestico. Il legislatore, prima della tanto attesa ed urgente riforma della giustizia, deve occuparsi subito almeno di tutto quanto riguarda i crimini di violenza contro donne e bambini, sia per quanto riguarda gli interventi immediati da fare dopo segnalazioni e denunce, sia per le corsie celeri, che devono portare a decisioni rapide per isolare gli uomini violenti, che per dare concrete ed immediate opportunità di vita alle donne che devono fuggire dalla violenza. Forse anche questo aspetto economico e sociale dovrebbe essere affrontato con i fondi europei perché le poche strutture, prive di sufficienti mezzi, che esistono oggi non sono in grado di arginare il sangue che bagna le mimose.