Un filo conduttore di menzogne
Che esista uno stretto filo conduttore tra l’Unione sovietica e l’attuale Unione russa è chiaro da tempo e l’intervista al ministro Lavarov lo ha reso evidente anche a quella parte del mondo che, per interesse o vigliaccheria, cercava di negarlo. Un filo conduttore di menzogne, contro informazione, disinformazione mischiate con impudenza ed indifferenza rispetto alla realtà.
Il modo di operare della dirigenza russa e dei suoi servizi segreti, da sempre, è negare l’evidenza, confondere le acque, mentire comunque ed accusare gli altri, sempre, non importa che i fatti reali siano diversi, opposti, da quello che loro sostengono. Chi mente in modo spregiudicato sa che può far nascere un dubbio e, a forza di mentire anche a se stesso, si convince di potere modificare la realtà secondo i propri interessi, mente sapendo di mentire perché quella menzogna è la sua verità.
I droni ed i satelliti hanno fotografato i morti abbandonati nelle strade durante l’occupazione russa, giornalisti di tutto il mondo hanno visto le fosse comuni, le persone uccise da colpi alla nuca mentre erano legate ed imbavagliate. Le città rase al suolo, le case, gli ospedali, le scuole, i teatri che sono ormai solo macerie non possono essere negati, i cittadini di Mariupul costretti a vivere senza acqua e cibo, obbligati a non poter scappare, i costanti bombardamenti sull’acciaieria dove vi sono civili, bambini, feriti, le violenze fatte alle donne hanno migliaia di testimoni ma Lavarov dice che non è vero e il mondo dovrebbe credere a lui? A lui e al suo padrone Putin il blasfemo?
Il delirio di onnipotenza del presidente russo sta per infrangersi contro la dura realtà: non si riescono a sterminare i popoli che hanno scelto la libertà e quelle menzogne che avevano reso forti Putin e i suoi soci e servitori ora, nonostante la tragedia della guerra, li stanno rendendo ridicoli.
Cosa ci può essere di più ridicolo di un ministro degli Esteri di uno dei più grandi Stati del mondo che, nell’aplomb del suo abito di sartoria, nega le affermazioni che ha fatto lui stesso i giorni precedenti e paragona il presidente ucraino a Hitler sostenendo che anche il Führer era ebreo?
Agghiacciante, inverecondo, patetico ma anche assurdo e ridicolo, ridicolo che un uomo, Putin, per sentirsi potente debba viaggiare con la valigetta del nucleare al seguito ed un altro, per compiacere il suo capo, debba mentire, sapendo di mentire, davanti a mezzo mondo.
Il nuovo pericolo che dobbiamo saper prevenire ed affrontare è quello che deriverà dal loro rendendosi conto di come sia ormai impossibile sfuggire alla realtà dei crimini che hanno commesso e cerchino di alzare sempre di più l’asticella dell’orrore.