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Un fiume di droga invade il mondo ed è allarme per il consumo di Fentanyl

I dati del World Drug Report 2018 sono inquietanti e raccontando di un mercato economicamente florido e in forte crescita, tra l’impotenza e l’indifferenza dei governi

275 milioni di consumatori nel mondo nel 2016, vale a dire circa il 6% della popolazione mondiale, 31 di questi hanno subito gravi danni per la salute e 450.000 sono morti. Questi i dati sul consumo e gli effetti delle droghe secondo il  World Drug Report 2018, pubblicato a fine giugno, che non lasciano presagire niente di buono visto che, sempre secondo il report, nel 2017 la droga immessa sul mercato è aumentata del 65% rispetto all’anno precedente, pari a 10.500 tonnellate. Secondo la stima della UNODC, l’ufficio antidroga dell’Onu con sede a Vienna, si tratta del dato più alto mai registrato dall’inizio del 21esimo secolo.

A guidare questa assai poco confortante classifica due paesi, l’Afghanistan e la Colombia: nel pese asiatico la coltivazione di papavero da oppio ha aumentato dell’87% la sua produzione, arrivando alla cifra di 9.000 tonnellate di hascisc e oppioidi mentre nello stato sudamericano la produzione di cocaina è arrivata nel 2016 a toccare l’inquietante cifra di 866 tonnellate. Alla base di questa sovrapproduzione, secondo l’ufficio dell’ONU, l’instabilità politica, la mancanza di controllo del governo e le scarse opportunità di attività economiche di riconversione delle colture, che hanno reso la popolazione rurale vulnerabile all’influenza dei grandi gruppi del narcotraffico. Fiumi di droga, ovunque nel mondo, con conseguenze pesanti per la salute e la vita, un flusso inarrestabile che scorre tra l’indifferenza o l’impotenza dei governi: quelli dei paesi produttori che non riescono ad arginare l’elevata produzione, quelli europei che assistono alla saturazione del mercato, quelli degli stati africani e asiatici in cui lo smercio trova il suo nuovo sbocco.  Un mercato senza regole, difficile da controllare e che fa girare enormi quantità di denaro.

Ciò che però sta destando più preoccupazioni è la larga diffusione di nuovi oppioidi dalle caratteristiche devastanti, come il Fentanyl, dalle “proprietà” spaventose, che arriva dal narcotraffico. E’ un farmaco che si dovrebbe usare in medicina solo quando il paziente è intubato ma dai dati del World Drug Report 2018 il Fentanyl ha già provocato, nel solo 2016, 60mila morti. Più di quanti sono stati i caduti nella guerra del Vietnam, come si sottolinea nel report. L’uso del Fentanyl in maniera così massiccia e improvvisa ha costretto le autorità statunitensi a iniziare a prendere coscienza del nuovo fenomeno che colpisce principalmente la classe media. Alle gravi conseguenze, infatti, si deve aggiungere la mancanza di assicurazione medica, non prevista, per questo oppioide che rischia di rendere impossibili le cure per chi ne è vittima.

E in casa nostra qual è la situazione? Secondo ADUC-Notiziario Droghe, dal 19/12/2017 al 09/07/2018
sono stati sequestrati 110.500 kg di droghe leggere e 44.300 kg di droghe pesanti, tre i morti e 1.391 le persone arrestate. Nel periodo compreso tra il 30/12/16 e il 18/12/17 le droghe leggere sequestrate ammontano a 138.400 Kg, quelle pesanti a 61.850 kg, 46.600 le dosi di droghe sintetiche; le piante di cannabis rilevate 99.200, 11 i morti, 1.524 gli arresti. Stringendo il campo all’attualità, e cioè  alla settimana che va dal 3 al 9 luglio 2018, le droghe leggere sequestrate ammontano a  7400 Kg, quelle pesanti a 2100, 1800 le dosi di droghe sintetiche, 4.400 le piante di cannabis, 72 le persone arrestate.

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Raffaella Bisceglia

Pugliese trapiantata a Milano da 13 anni, è laureata in Lingue e Letterature Straniere. Giornalista professionista dal 2001 attualmente svolge l’attività di addetta stampa e collabora con Famiglia Cristiana e Cronaca Qui. In passato ha lavorato, tra gli altri, per le emittenti televisive Telenova e Telepiù, per il quotidiano Il Meridiano e scritto di calcio e televisione per i siti Calciomercato.com e Datasport e il settimanale Controcampo.

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