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Ustica: continuiamo, da allora, a cercare la verità

In questi giorni si è finalmente tornati, anche in importanti reportage televisivi, a parlare della tragedia di Ustica dove persero la vita 81 persone e, a distanza di 44 anni, non si è ancora arrivati alla verità.

Il Presidente Mattarella ha dichiarato: “La Repubblica non si stancherà di continuare a cercare e chiedere collaborazione anche ai Paesi amici per ricomporre pienamente quel che avvenne il 27 giugno 1980. Al tempo stesso la memoria è anche trasmissione, ai più giovani, dei valori di impegno civile che sorreggono la dignità e la forza di una comunità e le consentono di affrontare le circostanze più dolorose e difficili”.

Per completezza di informazione Il Patto Sociale pubblica due interrogazioni presentate il 29 aprile 1986 e il 7 aprile 1987 dall’On. Cristiana Muscardini e dagli On. Pazzaglia e Tremaglia, e le risposte dell’allora Ministro della Difesa, Giovanni Spadolini.

Spadolini rispose “Non risulta ai nostri organismi militari che il DC-9 Itavia precitato a Ustica sia stato abbattuto da un missile”.

IX LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 29 APRILE 1986

Al Presidente dei Consiglio dei ministri e ai Ministri della difesa e dell’interno. — Per sapere –

Premesso l’articolo apparso in data 14 aprile su un quotidiano a larga diffusione quale La Notte, con l’autorevole firma del direttore del giornale; che in tale articolo si legge che ormai esiste la prova che il DC-9 dell’Itavia precipitato ad Ustica (81 morti innocenti) sarebbe stato abbattuto da un missile libico lanciato da un MIG 21 poi precipitato sulla Sila; che tale notizia non è stata smentita in alcun modo -:

se tali notizie corrispondano al vero e per quale motivo non esiste una spiegazione ufficiale in merito;

quanti missili ha in dotazione il MIG 21;

se il MIG 21 libico precipitato sulla Sila aveva ancora missili e in che numero;

quale sia stata la perizia dell’aeronautica militare;

quali le iniziative nei confronti del Governo libico.

IX LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 14 GENNAIO 1987

Risposta del Ministro della Difesa –  Giovanni Spadolini

Non risulta ai nostri organismi militari che il DC-9 Itavia precipitato a Ustica sia stato abbattuto da un missile lanciato da un velivolo libico e non si è ritenuto necessario smentire la contraria notizia pubblicata da giornale La Notte

IX LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 7 APRILE 1987

Al Ministro della Difesa. Per sapere – considerato

l’interrogazione presentata il 29 aprile 1986 nella quale gli interroganti facevano riferimento al DC-9 ITAVIA precipitato ad Ustica;

che in tale interrogazione si facevano esplicite domande anche in merito ad un articolo apparso sul quotidiano La Notte;

che la risposta del Ministro della Difesa è pervenuta dopo più di 8 mesi, in tale forma da non potersi ritenere né soddisfacente né esauriente, ma che anzi le sue parole pongono inquietanti interrogativi in quanto il ministro non nega che il DC-9 ITAVIA sia stato abbattuto da un missile lanciato da velivolo libico ma usa il termine “non risulta ai nostri organismi militari” e “non si è ritenuto necessario smentire la contraria notizia pubblicata sul giornale La Notte”: –

per quale motivo non sia stata usata espressione inconfutabilmente chiara in riferimento all’evento, per quale motivo non sia stata smentita la notizia, se effettivamente la stessa non corrisponda al vero così da evitare l’ingenerarsi di incertezze e confusione nell’opinione pubblica, come il ministro possa ritenere di liquidare in quattro righe di risposta la vicenda quando a tutt’oggi, dopo le dichiarazioni alla Camera del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giuliano Amato, si evince che sulla vicenda permangono oscure zone di ombra, tali per le quali il Presidente del Comitato per la verità su Ustica, Francesco Paolo Bonifacio, ha dichiarato: “E’ giunto il momento di dare vita ad una commissione di indagine parlamentare”.

Si chiede altresì di sapere se risultino i motivi che hanno reso difficoltosi i lavori della Procura di Crotone: come si ritenga di poter spiegare le diverse versioni sull’autopsia sul cadavere del pilota del MIG libico e sulle testimonianze oculari di 8 persone mentre negli atti della istruttoria vi è invece la sola deposizione di una donna, per quale motivo i resti del MIG furono restituiti alla Libia senza consentire all’autorità giudiziaria italiana di effettuare una perizia che avrebbe potuto stabilire per quali motivi il caccia libico non aveva missili a bordo e quante miglia avesse effettivamente compiuto l’aereo.

Si chiede quindi di sapere se è vero che addirittura l’amministratore delegato della TAT, Cesare Romiti, si mosse per accelerare le pratiche del rientro in Libia dei resti del MIG e della scatola nera, cioè della memoria dell’areo che avrebbe potuto far ricostruire il volo e le cause dell’incidente e per tanto consentire che i cittadini italiani sapessero la verità.

Risposta del Ministro della Difesa –  Giovanni Spadolini

Come è stato chiarito in ripetute sedi, il DC-9 dell’ITAVIA precipitato a Ustica era un areo civile di linea. La commissione di inchiesta fu costituita, nella sua competenza, dal Ministero dei trasporti, al quale rassegnò il risultato dei suoi lavori.

Le autorità militari sono interessate alla vicenda solo per gli aspetti concernenti l’attività di controllo dello spazio aereo.

Per tali aspetti il Ministero della difesa ha già fornito nelle più varie sedi tutte le notizia in suo possesso.

In questa sede non si può, quindi, che confermare agli interroganti che non si ha altro da aggiungere, chiarendo di ritenere che le espressioni usate nella precedente risposta sono già sufficientemente esplicite.

Nel 2010 l’On. Muscardini, all’epoca parlamentare europeo e vicepresidente della commissione Commercio internazionale, tornò a parlare della tragedia di Ustica con una dichiarazione a mezzo stampa. “Basta con i silenzi e le ipocrisie. Su Ustica è scesa una cortina di silenzio subito dopo l’accaduto. Ora, nel 2010, riemerge la tesi di un missile francese o libico, perché allora si è escluso categoricamente che sia stato un missile? Com’è possibile che nuove e teorie emergano dopo trent’anni? Che cosa si vuole nascondere, un mancato approfondimento dell’indagine o altro? I parenti delle vittime attendono risposte, l’Italia non può essere il paese dei misteri”.

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La redazione

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