Aumentano i terminali Pos per pagamenti elettronici: 2,17 milioni prima del coronavirus
Nel 2019 il numero di terminali Pos per l’accettazione dei pagamenti con carta in Italia raggiunge circa 2,17 milioni (in crescita rispetto ai 2,08 dello scorso anno) e nel 90% dei casi sono abilitati all’accettazione del contactless. Lo evidenzia l’ultima edizione dell’Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano. Anche gli Smart Pos fanno registrare i primi volumi rilevanti: sono oltre 15.000 i terminali installati che transano oltre 1,1 miliardi di euro. Rimangono però ancora da sviluppare pienamente, osservano i ricercatori del Politecnico di Milano, i marketplace di applicazioni a corredo del servizio che possono essere fruite dai commercianti. I Mobile Pos, terminali collegati via bluetooth o ingresso audio allo smartphone dell’esercente, raggiungono quota 280.000 nel 2019, in crescita del 50% rispetto al 2018. Si tratta di un aumento importante rispetto a quello degli scorsi anni, dovuto da un lato alla maggior consapevolezza degli esercenti più piccoli e dei liberi professionisti riguardo all’obbligo e alla necessità di doversi dotare di un terminale per accettare pagamenti con carta (i consumatori spesso dovranno pagare in elettronico per ottenere le detrazioni fiscali), dall’altro a un’azione commerciale e di promozione importante messa in campo da alcuni player nell’ultimo anno. Il transato totale, oltre 2,2 miliardi di euro nel 2019 (8.000 euro annui per terminale), dimostra come si tratti, comunque, di dispositivi utilizzati da business con bassa frequenza di acquisti con carta. Sono ancora in fase di test, invece, le soluzioni “Soft Pos” o “Tap on phone” che consentirebbero ai commercianti, senza alcun dispositivo aggiuntivo, di accettare dei pagamenti contactless direttamente dal proprio smartphone (se opportunamente dotato di antenna Nfc) e che potrebbero essere molto efficaci nell’avvicinare ai pagamenti digitali i piccoli commercianti in tutto il mondo.
”Se in un primo momento le banche del mondo occidentale avevano iniziato ad offrire soluzioni Nfc in autonomia tramite sistemi Cloud all’interno dei propri Wallet o delle proprie app bancarie – si legge nell’Osservatorio – ad esempio, le stesse hanno poi privilegiato soluzioni terze offerte in partnership con i grandi attori tecnologici basate sull’hardware del device o sui sistemi operativi. La collaborazione, per ora, risulta vincente per tutti: da un lato le banche offrono ai loro clienti servizi di pagamento facili da utilizzare, dall’altro i produttori di device hanno fidelizzato i propri clienti o ottenuto nuovi ricavi derivanti dalle fee applicate ai pagamenti”. “Dal lato della user experience, qualsiasi oggetto connesso e intelligente già oggi può potenzialmente abilitare un pagamento: oggetti indossabili, elettrodomestici, altoparlanti, automobili. In questi casi, saranno i produttori a giocare un ruolo fondamentale nei prossimi anni, realizzando applicazioni ad hoc per integrare i diversi sistemi di pagamento”, dice Ivano Asaro, direttore dell’Osservatorio Innovative Payments. “Per quanto riguarda i sistemi ‘invisibili’ in grado di evitare il classico passaggio alla cassa in negozio utilizzando telecamere per il riconoscimento facciale o autorizzando le transazioni con altri parametri biometrici (come l’impronta digitale) già testati in alcuni casi tra Cina, Stati Uniti e Russia, in Europa si è ancora alle fasi di sperimentazione; Le difficoltà maggiori, oltre alla necessità di costruire una nuova infrastruttura di lettori, sono da imputare anche a problematiche di privacy e di sicurezza dei dati sensibili utilizzati, ma si sta già lavorando per creare standard nazionali ed internazionali che abilitino queste tipologie di pagamento”, conclude.