Il contagio emotivo
L’etologia, e non solo, ci ha spiegato l’importanza del contagio emotivo che rende possibili le comunicazioni tra gli umani e gli animali con i quali convivono.
Attraverso il contagio emotivo ci si capisce col proprio cane, gatto, cavallo come con qualunque animale con il quale si sia intessuto un rapporto fin dai suoi primi mesi di vita.
E attraverso questo contagio emotivo noi comprendiamo le esigenze dell’animale che comunica con noi e che a sua volta intuisce i nostri stati d’animo.
Mentre ogni giorno di più gli umani trovano e stringono un rapporto emotivo con gli animali da compagnia, basta pensare al numero di cani e gatti che vivono nelle nostre case, diventa sempre più difficile lo scambio emotivo, di sensazioni e di pensieri espressi, tra le persone che vivono nella stessa casa.
Genitori e figli che non comunicano ciò che è essenziale, che non hanno un contagio emotivo in grado di aiutarli per prevenire tanti dei tragici avvenimenti che ogni giorno leggiamo sui giornali.
Si può parlare di cose banali e superflue ma non si è più in grado di riconoscere il disagio degli altri, in casa, come a scuola o nel posto di lavoro perché il contagio emotivo non può esistere in quanto è privato della comunicazione visiva, dell’osservazione dei gesti, dell’interesse alla comprensione ed alla condivisione.
La costante presenza di un oggetto tecnologico tra le nostre mani e davanti ai nostri occhi, la dipendenza sempre più forte tra ciò che la rete ci fa vedere rispetto a quanto potremmo direttamente vedere, osservare, analizzare e capire intorno a noi interrompe ogni possibilità di comunicazione emotiva e sensoriale.
Un cucciolo di animale lo possiamo crescere e con lui comunicheremo ogni giorno di più fino alla sua morte, un figlio, un nipote, un essere umano, che abbiamo conosciuto ed amato fin dal momento nel quale è venuto al mondo, lentamente ed inesorabilmente rischia di allontanarsi da noi appena avrà la possibilità di interfacciassi con la rete e con l’intelligenza artificiale rischiamo, ognuno di noi, di non riuscire più ad interfacciassi neppure con noi stessi se non saremo capaci di tornare a capire l’importanza, la necessità del contagio emotivo.