La balena ci salva dalla CO2
Tutti parlano della necessità di ridurre sempre di più le emissioni di CO2, spesso anche con scelte non idonee o sbagliate, basti pensare a quanto consumano le reti informatiche, ì cervelloni che dovrebbero guidare i mezzi di trasporto senza guidatore, ai costi per lo smaltimento delle batterie delle macchine elettriche o alle decisioni di quei sindaci che mettono gli ingressi a pagamento, anche per i residenti, e non hanno abbassato di un grado l’inquinamento.
Pochi invece parlano, come l’economista Robert Chami, che ha lavorato per venti anni al Fondo Monetario Internazionale, di quanto sia necessario riassorbire quella CO2 che abbiamo immesso nell’atmosfera e di come si può fare naturalmente.
In una intervista, rilasciata a Massimo Sideri, Chami ricorda che “in natura esiste da sempre un sistema di purificazione, il fitoplancton che cattura la CO2 dall’atmosfera per 37 miliardi di tonnellate all’anno. Il krill mangia il fitoplancton e a sua volta è mangiato dalle balene, 33 tonnellate di krill all’anno per ogni balena”. Perciò ogni balena viva vale più di un miliardo di dollari rispetto alla CO2 che, nell’arco della vita, ha eliminato.
In sintesi la natura ha già gli strumenti per aiutarci a ripulire l’ambiente e rimettere in sesto l’ecosistema, senza la salvaguardia del quale moriremo, ma occorrono ricercatori, come l’economista Chami o lo scienziato italiano Berzaghi, che lavora in Congo, i quali, dati alla mano, facciano capire, a coloro che parlano di ambiente ma non lo conoscono, che il valore di una balena, di un elefante, come degli alberi è immenso se sono vivi perché ci aiutano a purificare quanto abbiamo avvelenato e a salvaguardare quanto ci circonda.