Costume e Società

Milano e la Lombardia trascinano il settore culturale

Il capoluogo lombardo genera 24 miliardi. Un occupato su quattro nella cultura lavora in Lombardia

Milano e la Lombardia rafforzano la loro leadership nei settori della cultura e del turismo. Più di 24 miliardi di euro e 350.000 addetti: due dati che collocano la Lombardia ai vertici del panorama culturale italiano. Milano, in particolare, si conferma prima su entrambi gli indicatori economici, con incidenze intorno ai 10 punti percentuali. Fra le altre province lombarde, spicca Monza-Brianza, tredicesima per valore aggiunto (7,2%) e addirittura settima per occupazione (7,3%). La Lombardia è prima nella produzione di valore aggiunto nelle filiere dell’editoria (3,9 miliardi), del software e videogame (3,4 miliardi), dell’architettura e design (2,6 miliardi), della comunicazione (2 miliardi), e delle performing art (1,8 miliardi).

Sono solo alcuni dei dati presentati nel Rapporto “Io sono cultura – L’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi” elaborato da Symbola e Unioncamere. La cultura è ovviamente uno dei motori trainanti dell’economia italiana, uno dei fattori che esaltano maggiormente la qualità e la competitività del made in Italy.

Il sistema produttivo culturale-creativo (Spcc), costituito da imprese, pubblica amministrazione e no profit, genera più di 92 miliardi di euro e smuove altri settori dell’economia. L’intero settore arriva a muovere 255,5 miliardi di euro, il 16,6% del valore aggiunto nazionale: il dato comprende il valore prodotto dalle filiere del settore, ma anche di quella parte dell’economia che beneficia di cultura e creatività e che da queste viene stimolata, a cominciare dal turismo. Una ricchezza che si riflette in positivo anche sull’occupazione: il solo sistema produttivo culturale-creativo dà lavoro a 1,5 milioni di persone, che rappresentano il 6,1% del totale degli occupati in Italia. È un sistema in espansione: il valore aggiunto prodotto nel 2017 è aumentato del 2%, gli occupati (1.520.000) dell’1,6% (+1,1% il dato dell’economia generale).

“Cultura e creatività sono la chiave di volta in tutti i settori produttivi di un’Italia che fa l’Italia – commenta Ermete Realacci, presidente di Fondazione Symbola – e cresce il loro ruolo nell’economia. La bellezza è uno dei nostri punti di forza. Tanto che, secondo un’indagine della rivista US News e dell’Università della Pennsylvania, siamo addirittura il primo Paese al mondo per la influenza culturale. Proprio questo intreccio caratteristico dell’Italia, tra cultura e manifattura, coesione sociale e innovazione, competitività e sostenibilità, rappresenta un’eredità del passato ma anche una chiave per il futuro”.

“Abbiamo sostenuto progetti culturali in grado di generare sviluppo e opportunità di lavoro come ben dimostra il progetto Distretti culturali, caso unico in Italia e in Europa”, aggiunge Arnoldo Mosca Mondadori, membro del consiglio di amministrazione Fondazione Cariplo. “Non solo recupero dei beni, ma riscoperta e rinascita del territorio attraverso il rilancio di processi economici, turistici e sociali che mettano al centro il patrimonio artistico e architettonico. L’intervento di Fondazione Cariplo ha portato a intervenire su oltre 400 beni storico-architettonici con un investimento di quasi 90 milioni di euro. Questa visione si basa sulla convinzione che il patrimonio culturale rappresenti un’opportunità unica di sviluppo economico e sociale, il patrimonio si trasforma così in occasione di crescita per le imprese e le comunità”.

Il Spcc italiano conta, a fine 2017, 414.701 imprese, che incidono per il 6,7% sul totale delle attività economiche del Paese. Le imprese che operano nei settori direttamente collegati alle attività culturali e creative (core culture), sono 289.792. Più del 95% delle imprese operanti nel core culture appartiene a due ambiti: culturale (148.000 imprese, il 51,1% del totale) e creativo (127.849 imprese, il 44,1% del totale). Rispetto al 2016, il Spcc cresce in tutti i settori, eccezion fatta per l’industria creativa (-0,8%), e il comparto editoria e stampa (94.604 imprese, -1,7% sul 2016).

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