Costume e Società

So prendermi cura di loro

Una storia (vera) per la buona notte

Cari bambini, dovete sapere che ci sono esseri umani che hanno vissuto per millenni nel grande deserto africano del Kalahari (che in lingua Tswara significa “Terra della Grande Sete”). Deserto che si estende in una vasta  area dell’Africa australe tra Botswana, Namibia, Angola, Zambia, Zimbabwe e Sudafrica. È un popolo di nomadi conosciuti come, San, Khwe, Basarwa o Boscimani (dall’inglese bushmen “uomini della boscaglia”. Appellativo usato dagli uomini bianchi come offesa).

Quanti nomi!

Ma sono tutti dati da altre tribù o dagli europei perché loro non si sono mai dati un nome. E se chiedete a loro: “Chi siete?”. Vi risponderanno semplicemente: “Siamo esseri umani, persone”.

Gli esseri umani, come ci sembra rispettoso continuare a definirli, sono sopravvissuti per secoli grazie alla loro straordinaria intelligenza e ammirevole capacità di adattamento ad un ambiente fra i più ostili del pianeta: il deserto. Un luogo dove la temperatura può superare i 40°C di giorno e scendere sotto zero di notte. Qui l’acqua scarseggia ma i serpenti velenosi e i grandi felini abbondano.

E come hanno fatto? Vi starete chiedendo.

Ci sono riusciti perché hanno memorizzato e si sono tramandati, di generazione in generazione, tutti i tipi di vegetali (radici, foglie, bacche, frutti, etc.) e di insetti e animali (selvatici) per avere un’alimentazione completa e ricca di tutte le sostanze nutritive fondamentali e perché si sono tramandati tutte le necessarie conoscenze per vivere (di poco e con poco) e per convivere in costante equilibrio con gli altri esseri viventi. Forti! Non è vero?

Pensate che non hanno mai avuto bisogno di mappe perché sanno orientarsi con le stelle; di medici perché sanno curarsi con il cibo e le piante spontanee; di telefoni e computer perché comunicano fra di loro utilizzando tutti i cinque sensi; di scienziati perché conoscono le leggi e il susseguirsi dei fenomeni naturali. E pensate che non hanno mai avuto bisogno di andare a scuola perché la loro più grande maestra è Madre Natura. Immaginate! Dalle laboriose formiche hanno imparato a viaggiare uno in fila all’altro; dalle scattanti e veloci gazzelle hanno imparato a correre; dai possenti e astuti felini hanno imparato a cacciare e a nascondersi; dai gioiosi e allegri uccelli hanno imparato a cantare e a danzare, eccetera, eccetera.

Intelligenti! vero?

Ora, a causa di chi si è sempre sentito più intelligente di loro, ovvero le comunità di europei insediatesi nella zona (e non solo), le loro condizioni di vita sono andate sempre più peggiorando. Infatti, essendo quei territori ricchi anche di selvaggina e di diamanti (come si è scoperto da qualche decennio) a causa dei forti interessi occidentali nell’area, gli esseri umani hanno dovuto subire ogni sopruso e violenza possibile. Fino al 1930 Sua Maestà Britannica in persona firmava licenze di “caccia ai boscimani” (un regale nulla osta al massacro) e mentre vi scrivo sono ancora minacciati e spesso caricati su camion e trasportati chissà dove. Politici locali corrotti (o minacciati) da dalle più importanti compagnie diamantifere e turistiche, vietano loro di accedere ai pochi pozzi d’acqua della zona. Perché c’è bisogno di tantissima acqua per le estrazioni di diamanti (tanto ricercati dai Principi e dalle Principesse) e per mantenere i lussuosissimi resort con piscina costruiti per gli amanti della caccia “grossa” (leoni, rinoceronti, elefanti, etc.) e dei cocktail con vista savana.

Oggi, la maggior parte dei sopravvissuti vive in campi di reinsediamento (così adesso chiamano i campi di concentramento) fuori dalle loro zone di origine. Qui per sopravvivere dipendono dalle razioni di cibo distribuite dal governo e vengono torturati e arrestati se sorpresi a raccogliere piante selvatiche o a cacciare. Alcolismo, malattie fisiche (diabete, tubercolosi, Aids, etc.) e mentali (depressione, ansia, etc.) sono diffusissime. Questa è l’attuale condizione degli esseri umani da quando hanno incontrato la “disumana” civiltà.

Se non riusciranno a tornare nelle loro terre da persone libere, sarà la fine per loro ed anche per i nostri nipoti. Perché sono tra i pochi semi selvatici dell’umanità rimasti e, per questo, tra i pochi capaci di sopravvivere a contatto con la Natura ancora oggi e anche quando la nostra civiltà crollerà inesorabilmente.

Se, nonostante i tanti nostri attuali problemi vogliamo fare qualcosa per loro (e per i nostri nipoti) sosteniamo quelle associazioni no profit (come Survival International) grazie alle quali sono in atto durissime e costosissime battaglie legali (molte anche vinte) per garantire loro (e ai nostri nipoti) un primitivo futuro possibile.

“So come prendermi cura dei vegetali e degli animali. Con i vegetali e gli animali sono nato e vissuto; qui c’è ancora tanta natura e selvaggina. Se venite nella mia terra troverete tante piante e tanti animali, e questo dimostra che so prendermi cura di loro”

Frase di un Essere Umano

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