Costume e Società

WORK OUT: allenamento per la distruzione del patriarcato

Sabato 4 marzo presso il cortile Nobile del Palazzo Reale a Milano, le artiste Silvia Levenson e Natalia Saurin, realizzeranno un opera video partecipativa "Work Out" aperta a tutte e a tutti.

Sabato 4 marzo presso il cortile Nobile del Palazzo Reale, le artiste Silvia Levenson e Natalia Saurin, realizzeranno un opera video partecipativa “Work Out” aperta a tutte e a tutti. Dalle 11.00 del mattino, sarà possibile partecipare all’azione, indossando guantoni da boxe. L’insegnante di pugilato, Angela Guidoni insegnerà ad usare i guantoni per colpire il sacco. Le riprese video verranno effettuate durante l’azione e il video verrà successivamente proiettato dal Comune di Milano l’8 marzo. Il video mostrerà volti e pugni in slow motion, evidenziando la fatica e il tempo necessario per cambiare i preconcetti e gli stereotipi radicati in una cultura maschilista. Le artiste utilizzano lo sport della boxe come simbolo della lotta contro il patriarcato, che richiede costanza e perseveranza come in un’attività sportiva per raggiungere il benessere fisico e mentale. La boxe femminile è stata riconosciuta negli ultimi decenni, solo nel 2012 è stata inclusa nelle Olimpiadi. Un’opera artistica che mira a riflettere sullo sforzo fisico e psicologico che le donne affrontano ogni giorno a causa della discriminazione, del controllo e del giudizio in una società che si dice uguale. Il progetto è patrocinato dal Comune di Milano ed è realizzato grazie all’assessorato alla Cultura e alle Pari Opportunità.

Entrambe le artiste, sia individualmente che come duo, affrontano tematiche di genere con l’obiettivo di indirizzare la riflessione sul ruolo della donna nella società contemporanea, al fine di sensibilizzare il pubblico sui fenomeni discriminatori che la vedono persona offesa all’origine della violazione dei diritti umani. La collaborazione artistica fra Silvia Levenson e Natalia Saurin è iniziata nel 2005 con “Something wrong”, un video tutto rosa dove affrontano la quotidianità di coppia e le tensioni nascoste pronte ad affiorare per un non nulla. Nel 2018 iniziano il progetto partecipativo “il luogo più pericoloso” ponendo il focus sul linguaggio e femminicidi, un progetto corale in tre atti che ha coinvolto la comunità e le istituzioni (Comune di Firenze nel 2019 e il Comune di Milano nel 2020 e 2021). Le due artiste hanno realizzato laboratori partecipativi coinvolgendo la comunità e associazioni che lavorano sul territorio e che sostengono donne vittime di violenza maschile. I laboratori sono stati realizzati presso: MUDA Museo Diffuso- Albissola, Chiostri di Santa Caterina – Finale Ligure, Palazzo Arese Borromeo – Cesano Maderno, RoFa project – Maryland USA, 3Dots – Pennsylvania USA.

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