Dichiarazione congiunta in occasione della Giornata internazionale della tolleranza zero contro le mutilazioni genitali femminili
In occasione della Giornata internazionale della tolleranza zero contro le mutilazioni genitali femminili, che si celebrerà il 6 febbraio 2022, l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza/Vicepresidente della Commissione, Josep Borrell Fontelles, la Vicepresidente per i Valori e la trasparenza, Věra Jourová, la Vicepresidente per la Demografia e la democrazia, Dubravka Šuica, la Commissaria per l’Uguaglianza, Helena Dalli, e la Commissaria per i Partenariati internazionali, Jutta Urpilainen, hanno unanimemente ribadito il fermo impegno dell’UE ad eliminare definitivamente la pratica delle mutilazioni genitali femminili, formulando la seguente dichiarazione congiunta:
“Le mutilazioni genitali femminili sono un reato e una violazione dei diritti umani delle donne. È nostro dovere fermarle.
Non esistono giustificazioni per una pratica così aberrante. Ci sono tuttavia conseguenze negative devastanti che incidono sulla salute fisica e mentale delle donne, delle ragazze e delle bambine, tra cui infezioni, infertilità e dolore cronico. Questa pratica mette a rischio la vita e il benessere di migliaia di donne, ragazze e bambine e, in certi casi, può causarne addirittura la morte.
Sebbene le mutilazioni genitali femminili siano state ormai abbandonate da molte comunità e siano diminuite grazie al graduale cambiamento delle norme culturali, la pandemia di COVID-19 ha rallentato i progressi verso una loro definitiva eliminazione. In periodi di confinamento, mantenere la possibilità di accedere a servizi di prevenzione, protezione e assistenza rimane più importante che mai.
Porre fine a tutte le forme di violenza di genere, comprese le mutilazioni genitali femminili, è al centro delle politiche dell’UE in materia di uguaglianza. Dall’inizio del mandato di questa Commissione abbiamo intensificato le nostre azioni in Europa e nel mondo grazie al piano d’azione dell’UE per i diritti umani e la democrazia 2020-2024, alla strategia dell’UE per la parità di genere 2020-2025 e al piano d’azione dell’UE sulla parità di genere III. Abbiamo inoltre presentato un’ampia strategia dell’UE sui diritti dei minori, con cui abbiamo cercato di porre fine anche alla violenza sui minori, comprese le mutilazioni genitali femminili. Quest’anno presenteremo una proposta legislativa mirante a prevenire e combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica e una raccomandazione sulla prevenzione delle pratiche lesive.
Gli atti di violenza contro le donne, le ragazze e le bambine sono per noi intollerabili.”
Secondo la definizione dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), le mutilazioni genitali femminili (MGF) comprendono tutte le pratiche che comportano la rimozione parziale o totale degli organi genitali esterni della donna o altre pratiche lesive degli organi genitali femminili non dovute a motivi medici. Le MGF sono un problema a livello mondiale, e l’Europa non ne è esente. Le stime ci dicono che in ben 13 paesi europei 180 000 ragazze sono a rischio di mutilazioni genitali e che, nel nostro continente, 600 000 donne sono costrette a viverne le conseguenze. Questa pratica è inflitta a bambine e ragazze, dall’infanzia ai 15 anni, giustificandola erroneamente con motivazioni culturali, religiose o sociali; è una forma di abuso sui minori e di violenza contro le donne e comporta gravi conseguenze fisiche e psicologiche, nel breve e nel lungo periodo.
La convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica prevede l’obbligo di perseguire penalmente le mutilazioni genitali femminili. La convenzione è stata firmata da tutti gli Stati membri dell’UE ed è stata finora ratificata da 21 di essi. La Commissione ha collaborato con il Consiglio per l’adesione dell’UE alla convenzione e presenterà una proposta mirante a prevenire e combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica e una raccomandazione specifica sulla prevenzione delle pratiche lesive.
Tramite il programma “Cittadini, uguaglianza, diritti e valori” (CERV) continueranno inoltre ad essere erogati finanziamenti a favore di progetti gestiti dalla società civile e dagli Stati membri volti a contrastare la violenza di genere, comprese le mutilazioni genitali femminili. Nell’ambito dell’invito a presentare proposte DAPHNE 2021 sono stati aggiudicati 40 progetti da finanziare con una dotazione di 17,7 milioni di €. La Commissione ha pubblicato un nuovo invito a presentare proposte con una dotazione di 30,5 milioni di €, aperto fino al 12 aprile 2022, in cui è inclusa una priorità specifica riguardante la lotta e la prevenzione della violenza connessa a pratiche lesive. Attualmente, grazie ai finanziamenti dell’UE, il progetto CHAIN sta rafforzando la prevenzione, la protezione e il sostegno alle vittime di mutilazioni genitali femminili e di matrimoni precoci e forzati attraverso attività di formazione, sviluppo di capacità e sensibilizzazione in Germania, Spagna, Francia, Italia e Belgio.
Le mutilazioni genitali femminili sono condannate in quanto forma di violenza contro bambine e ragazze anche dalla Convenzione delle Nazioni Unite del 1989 sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, di cui tutti gli Stati membri dell’UE sono parti contraenti. Nel 2021 la Commissione ha presentato una strategia globale dell’UE sui diritti dei minori che contiene azioni concrete e raccomandazioni su come prevenire efficacemente e porre fine alla violenza sui minori, comprese le mutilazioni genitali femminili.
Nel contesto dell’azione esterna e della cooperazione allo sviluppo, porre fine alle mutilazioni genitali femminili continua a essere un’azione chiave del piano d’azione dell’UE per i diritti umani e la democrazia 2020-2024 e del piano d’azione dell’UE sulla parità di genere 2021-2025. Un’azione che si traduce in dialoghi politici e interventi concreti, ad esempio mediante il sostegno al programma globale congiunto UNFPA/UNICEF per l’eliminazione delle mutilazioni genitali femminili attraverso il programma regionale per l’Africa dell’iniziativa Spotlight, che ha destinato 7,5 milioni di € alla lotta contro questa pratica in 17 paesi partner. Nonostante le restrizioni imposte durante la pandemia di COVID-19, circa 650 000 donne e ragazze hanno potuto usufruire di servizi di contrasto alla violenza di genere, tra cui un sostegno alla prevenzione delle pratiche lesive. L’UE, inoltre, sostiene progetti che affrontano il problema delle mutilazioni genitali femminili a livello nazionale tramite lo strumento europeo per la democrazia e i diritti umani (EIDHR). In Somalia, ad esempio, incoraggia l’autonomia delle organizzazioni della società civile in azioni di pressione e sensibilizzazione a favore dell’adozione di politiche miranti a contrastare le mutilazioni genitali femminili, mentre in Sudan appoggia la riforma legislativa per l’eliminazione di tale pratica nelle comunità rurali.
Il nuovo patto sulla migrazione e l’asilo presentato dalla Commissione nel settembre 2020 intende rafforzare le garanzie di tutela a disposizione delle persone con esigenze specifiche, in particolare donne, ragazze e bambine vittime di violenza di genere che presentano domanda di asilo. Le tutele previste includono l’accesso alle cure mediche, un’assistenza legale, un’adeguata assistenza psicologica post-traumatica e un sostegno psicosociale nelle varie fasi della procedura di asilo.
Fonte: Commissione europea