Europa

Elezioni europee 2019: siamo tutti protagonisti!

A meno di 100 giorni dal voto gli attivisti della piattaforma #stavoltavoto si sono incontrati a Milano per presentare proposte concrete e alternative per invitare quanta più gente possibile a votare

C’è chi ha pensato si realizzare un ciclo di incontri a tema, chi ha messo su un gruppo di volontari per fare informazione nelle scuole, chi organizza aperitivi ‘culturali’ perché davanti a un buon bicchiere di vino saltano fuori tante verità, chi propone di far votare i fuorisede nella città in cui si è scelto di studiare o lavorare e chi pensa che a ritmo di sport si possa comunicare meglio. Sono alcune delle proposte fatte, per spronare quante più persone possibile a votare per le prossime Elezioni europee, da attivisti e volontari della piattaforma #stavoltavoto, che il Parlamento europeo ha realizzato in vista delle prossime elezioni europee, in un incontro svoltosi a Milano nell’inconsueto e informale scenario di Cascina Cuccagna.
Quelle di maggio saranno elezioni ‘strane’ perché si svolgeranno in un contesto inaspettato: per la prima volta uno Stato Membro, la Gran Bretagna, non farà più parte dell’UE (chi l’avrebbe mai detto nel 2014?) e potrebbero aprirsi perciò nuovi scenari in tema di confini e circolazione di persone e merci, l’Europa, suo malgrado, si trova ad interloquire con la Russia di Putin, la Cina è diventata il competitor economico e politico con il quale confrontarsi e tanti movimenti populisti e sovranisti si stanno diffondendo a macchia d’olio in tutta Europa. Per la prima volta, in materia di elezioni europee, non ci si confronterà più con la domanda ‘quanti andranno a votare?’ ma ‘cosa voteranno e soprattutto perché?’.
Dalle ricerche presentate durante l’incontro milanese sembra che rispetto a cinque anni fa le idee sarebbero più chiare, ma non nell’accezione positiva del termine, purtroppo, e che in molti, di conseguenza, potrebbero affollare i seggi elettorali, grazie ad una campagna mediatica, perpetrata da alcuni politici, e non solo, fortemente denigratoria nei confronti dell’Europa e alla sempre più ridotta informazione in merito al reale svolgimento delle attività di Parlamento, Commissione e Consiglio. Le proiezioni appena diffuse dal Parlamento europeo sui futuri seggi da distribuire agli eletti (705) vedrebbero sì ancora un numero consistente di deputati che occuperebbero gli scranni destinati ai due gruppi principali (PPE e S&D) ma anche un numero più alto, rispetto alle elezioni europee del 2014, di rappresentanti dei gruppi di tendenza conservatrice (e non bisogna dimenticare che una parte consistente di seggi era occupata da deputati britannici che non siederanno più nel prossimo Parlamento).
Cosa non ha funzionato se c’è tanto scetticismo tra i cittadini europei? Chi e perché non ha saputo comunicare i notevoli passi fatti in tema di pace, cooperazione, scambi commerciali, opportunità per studenti e lavoratori? Perché tutto si è ridotto ad un sbrigativo e immotivato ‘ce lo chiede l’Europa’ facendo crescere sempre più la sfiducia nei confronti delle Istituzioni di Bruxelles? Perché si parla sempre di burocrati, trasformando anni di conquiste e traguardi in meri e prolissi documenti redatti da fantomatici omini in giacca grigia e senza nome, quando la staticità di certe decisioni dipende dai capi di Stato e di governo dei paesi dell’Unione che al momento di discutere su decisioni concrete pensano prima al proprio Stato (o interessi?) e poi ad un bene comune? Ecco, forse tanti populismi e sovranismi forse non esisterebbero, o sarebbero la conseguenza di decisioni prese al meglio per il proprio Paese (e non avrebbero perciò le connotazioni negative che al momento hanno) se davvero ci fosse la dovuta comunicazione la comunicazione, partendo da tutti coloro che in quel progetto dei padri fondatori credono ancora oggi e si andasse oltre l’idea che l’Europa sia un luogo in cui redigere fredde scartoffie ricordando quanto, in 70 anni di pace, la nostra Europa sia stata capace di diventata più bella e più competitiva.

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Raffaella Bisceglia

Pugliese trapiantata a Milano da 13 anni, è laureata in Lingue e Letterature Straniere. Giornalista professionista dal 2001 attualmente svolge l’attività di addetta stampa e collabora con Famiglia Cristiana e Cronaca Qui. In passato ha lavorato, tra gli altri, per le emittenti televisive Telenova e Telepiù, per il quotidiano Il Meridiano e scritto di calcio e televisione per i siti Calciomercato.com e Datasport e il settimanale Controcampo.

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