Facebook adotta precauzioni per evitare manipolazioni degli elettori in vista delle europee
Facebook ha annunciato l’adozione da marzo di nuovi strumenti volti a contrastare le interferenze esterne nei processi elettorali nell’Unione europea in vista delle elezioni europee del 26 maggio, per le quali la Commissione europea, alla luce del caso Cambridge Analytica, aveva espresso preoccupazioni. “A fine marzo lanceremo dei nuovi tool per aiutare a evitare l’interferenza esterna nelle prossime elezioni e per rendere più trasparenti le inserzioni politiche su Facebook”, ha scritto in un post la responsabile del gruppo per le elezioni in Europa, Anika Geisel.
Nel post della Geisel si legge che “per pubblicare annunci politici o relativi a tematiche di rilievo e molto dibattute legate alle elezioni del Parlamento Europeo, gli inserzionisti dovranno confermare la loro identità e includere informazioni aggiuntive su chi sia il responsabile dei loro annunci”. Gli strumenti che verranno lanciati a marzo riguarderanno non solo gli annunci delle campagne politiche, ma anche gli annunci relativi a “temi di interesse pubblico”, ossia “che non menzionano un candidato o un partito, ma che riguardano tematiche molto discusse e di rilievo”. “Continua a migliorare” anche “il nostro lavoro per combattere le notizie false”, scrive la manager, in parallelo al programma di fact checking, che “stiamo continuando ad ampliare” e che attualmente copre contenuti in 16 lingue. “Per coordinare meglio le nostre attività nelle ultime settimane prima” delle elezioni Ue, “basandoci sul lavoro svolto nei mesi scorsi – ha annunciato quindi Geisel – abbiamo in programma l’apertura di nuovi centri operativi specializzati” per “l’integrità delle elezioni”, compreso uno a Dublino.
A Bruxelles il responsabile per gli affari globali di Facebook, Nick Clegg, che si trova nella capitale belga per un giro d’incontri in Commissione europea, ha reso noto che saranno inoltre rese accessibili molte più informazioni alle persone sulle inserzioni politiche e ha precisato tra l’altro che chi vorrà pubblicare le inserzioni politiche su Facebook dovrà prima essere autorizzato dal gruppo per farlo.
Intanto il Parlamento Ue ha lanciato un nuovo portale per spiegare come votare in ogni Stato membro o dall’estero, disponibile in ventiquattro lingue (www.elezioni-europee.eu). Il portale, che include anche una sezione che spiega come votare dall’estero, contiene informazioni sull’Eurocamera e sui candidati per le europee, ed illustra le regole di voto nazionali per ciascun Paese, incluse le informazioni sulla data delle elezioni, i requisiti di età richiesti per votare, i termini di registrazione, i documenti necessari per iscriversi al voto, le soglie di sbarramento per i partiti politici e il numero totale di deputati da eleggere per Paese.
La Commissione per gli affari esteri del Parlamento europeo, in una risoluzione adottata con 49 voti a favore, 7 contrari e 2 astensioni, ha invece chiesto una risposta forte” alla propaganda ostile contro l’Ue, sanzioni contro i responsabili delle campagne di disinformazione e un maggiore coinvolgimento dei colossi hi-tech nella lotta alle fake news e ha condannato le azioni di Russia, Cina, Iran e Corea del Nord, che puntano a minare “i principi fondanti della delle democrazie europee”, oltre che a influenzare le elezioni politiche.
Gli eurodeputati chiedono che l’Ue e gli Stati membri adottino una “risposta ferma” per far fronte ai mezzi sempre più sofisticati utilizzati dagli opinion leader e dalle istituzioni controllate da Paesi terzi per diffondere la disinformazione, ad esempio verso app di messaggistica privata, l’ottimizzazione dei motori di ricerca, l’intelligenza artificiale, i portali online e le stazioni Tv. La risoluzione invita inoltre gli Stati membri che continuano a negare l’esistenza della disinformazione e della propaganda ostile, a riconoscerla e a mettere in atto misure per contrastarla. Tra le proposte contenute nella risoluzione, che sarà votata nella plenaria di febbraio, anche quella di introdurre sanzioni mirate contro quanti orchestrano o mettono in atto le campagne di disinformazione, oltre che la messa a punto di regole per la trasparenza online, inclusi i social media.