Immigrazione: l’Europa non conclude, la Francia nasconde i problemi di Mayotte
Albert De Bonnet
Mentre in Italia continuano gli sbarchi manca ancora una soluzione europea, vera ed applicata, per i ricollocamenti dei profughi, di quella moltitudine di migranti che troppo spesso per cercare una vita migliore o per scappare da guerre e violenze trovano la morte in mare o sulla rotta dei Balcani. La incapacità di decidere crea situazioni sempre più drammatiche e molti governi, di Orban in testa, hanno dimostrato la totale indisponibilità a quella collaborazione che è il collante dell’Europa.
Manca anche un intervento europeo per contrastare i trafficanti di uomini, per imporre condizioni di vita più umane nei lager libici, né siamo a conoscenza della reale situazione in Turchia nonostante il grande flusso di denaro che dall’Europa è arrivato ad Erdogan.
Nelle scorse settimane abbiamo assistito, stupefatti ed increduli, alle polemiche innescate dal governo francese contro l’Italia.
Vale la pena allora, con calma e senza rivalse inutili ma per onore della verità, ricordare alcune realtà.
Il governo francese deve affrontare uno dei più gravi problemi legati all’immigrazione ma al momento è risultato incapace e la sua politica è diventata un vero colabrodo che consente l’arrivo di migliaia di migranti a Mayotte, in Africa, il centunesimo dipartimento dell’esagono costituito principalmente dalle isole di Petite Terre e di Grande Terre dove i clandestini arrivano da ogni parte per tentare di diventare cittadini europei. Gli ospedali sono pieni di donne immigrate che partorendo a Mayotte, in territorio francese, per lo ius soli avranno figli francesi e cioè europei. E poi il ricongiungimento familiare farà il resto.
Nelle isole di Mayotte, senza che Parigi sia intervenuta concretamente, vi sono vere e proprie guerre tra bande di ragazzini mandati avanti dai mercanti di esseri umani e i clandestini sono ormai quasi il doppio degli abitanti regolari. Da fonti giornalistiche risulta che l’unico aeroporto sia praticamente in mano ai trafficanti di uomini e i dieci reparti speciali mandati, più o meno tre mesi fa, da Parigi non ha che incrementato gli scontri.
Mentre la Francia fa barriera a Ventimiglia contro i migranti, mentre chiude i suoi porti e contesta l’Italia, di fatto non è in grado di impedire quella che sta diventando una vera catastrofe ed un serio pericolo per tutta l’Europa, per questo è arrivato il momento che questo problema sia affrontato anche dagli altri membri dell’Unione.