Europa

La tutela del copyright crea un posto di lavoro ogni tre

In Italia e in Europa, un posto di lavoro su tre è riconducibile alle industrie che utilizzano brevetti, marchi, disegni, modelli industriali e diritti d’autore, ossia ad alta intensità di diritti di proprietà intellettuale. A darne notizia è l’agenzia Ansa, riferendo del rapporto sull’impatto dei settori industriali ad alta intensità di diritti di proprietà intellettuale (DPI) sull’economia dell’Ue pubblicato dall’Ufficio europeo dei brevetti (UEB) e dall’Ufficio dell’Ue per la proprietà intellettuale (EUIPO).

In Italia, in particolare, queste imprese generano 7 milioni di posti di lavoro (31,5% di tutti gli impieghi) e contribuiscono con 774 miliardi di euro al Pil italiano (46,9%). Il settore più trainante nel nostro Paese, riferisce l’Ansa, è quello del design, in particolare dell’abbigliamento, accessori, arredamento, illuminazione e gioielli. I disegni industriali e modelli generano 3,79 milioni di posti di lavoro, pari al 17,2% di tutti gli impieghi e contribuiscono con 279 miliardi di euro al Pil del Paese (16,9%). Il significativo impatto economico delle industrie di design si conferma anche a livello europeo con la creazione di 30,7 milioni di posti di lavoro diretti e con il contributo del 16,2% al Pil dell’Ue. Le esportazioni del settore hanno generato un’eccedenza commerciale di oltre 66 miliardi di euro nel 2016 e nelle industrie di supporto sono stati creati 14,3 milioni di posti di lavoro.

In Europa sono le industrie che fanno un uso intenso di marchi a rappresentare la percentuale maggiore di Pil Ue (37%) e creano complessivamente 46,7 milioni di posti di lavoro. Tra il 2014 e il 2016, l’occupazione in queste industrie in tutta l’Ue è cresciuta di 1,3 milioni di posti di lavoro rispetto al periodo 2011-2013, mentre l’occupazione totale nei 28 Stati membri dell’Ue è leggermente diminuita. “L’importanza delle industrie ad alta intensità di DPI rispecchia la forza dell’economia basata sulla conoscenza in Europa” afferma António Campinos, presidente dell’Ufficio europeo dei brevetti.

Negli ultimi anni, le imprese per lo sviluppo di tecnologie che riguardano i cambiamenti climatici hanno rappresentato il 2,5% dell’occupazione e il 4,7 % del Pil nell’Ue nel biennio 2014-16, mentre i settori collegati alla quarta rivoluzione industriale hanno costituito l’1,9% dell’occupazione e il 3,9% del Pil nello stesso periodo. In generale in queste imprese i dipendenti guadagnano di più rispetto ai lavoratori di altre industrie: in media un premio salariale superiore del 47%. La differenza è significativa se si pensa che il salario settimanale medio nelle industrie ad alta intensità di diritti di proprietà intellettuale è di 801 euro, rispetto a 544 euro nelle altre aziende.

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