Europa

La Ue taglia i consumi di energia, per Italia più sforzi

Le istituzioni Ue fanno un altro passo verso la finalizzazione del pacchetto clima con un accordo su un nuovo ambizioso obiettivo di efficienza energetica che prevede una riduzione dei consumi dell’11,7% entro il 2030 a livello Ue. Per l’Italia, secondo Francesca Andreolli del think tank ECCO, significa raddoppiare gli sforzi di riduzione dei consumi in tutti i settori nei prossimi 6 anni.

In base all’intesa raggiunta a Bruxelles, in media gli Stati membri dovranno assicurare una riduzione annua dell’1,49% di consumi finali di energia per ciascuno dei prossimi sei anni. Il contributo nazionale sarà calcolato secondo una formula che tiene conto dell’intensità energetica, del Pil pro capite, dello sviluppo delle rinnovabili e del potenziale risparmio energetico. Per l’Italia, ha spiegato Andreolli, ciò significherà risparmiare “quasi il doppio di quello, lo 0,8%, che prevede l’attuale Piano nazionale energia e clima” tarato sul target precedente. L’obiettivo Ue riguarda tutti i settori, ma particolare attenzione è rivolta agli edifici pubblici. Gli Stati sono chiamati a rinnovare ogni anno almeno il 3% della superficie totale degli immobili sotto il controllo della pubblica amministrazione.

I singoli Paesi potranno conteggiare nel calcolo del contributo nazionale all’obiettivo europeo sia i risparmi energetici realizzati con misure derivanti dal nuovo sistema Ets per gli edifici e i trasporti – cui è collegato un fondo per il clima da quasi 90 miliardi – sia quelli che saranno realizzati con l’applicazione della nuova direttiva sulla performance energetica degli edifici. Un provvedimento, quest’ultimo, che in Italia ha suscitato molte reazioni negative.

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