Europa

Le delegazioni dei Parlamenti nazionali discutono le proposte sul futuro dell’Unione europea

Il 10 febbraio le delegazioni parlamentari alla Conferenza sul Futuro dell’Europa hanno tenuto il loro primo dibattito congiunto, incentrato sulla democrazia europea e sul processo decisionale dell’Ue. L’incontro si prefiggeva di promuovere una più stretta collaborazione tra eurodeputati e parlamentari e fare il punto sulla recente sessione plenaria della Conferenza che ha preso in considerazione le raccomandazioni di due gruppi di cittadini europei e gruppi di esperti nazionali. La prima parte dell’incontro, presieduta da Pieyre-Alexandre Anglade dell’Assemblea nazionale francese, si è incentrata sui poteri legislativi e sul controllo democratico esercitato dai Parlamenti, dalle elezioni europee e dal processo decisionale dell’Ue.

La maggior parte degli oratori ha concordato sul fatto che, in quanto rappresentanti eletti direttamente dei cittadini europei a livello nazionale e dell’Ue, i deputati e i parlamentari condividono la responsabilità di salvaguardare l’intero processo democratico all’interno dell’Ue. Molti hanno parlato della necessità di trarre insegnamenti dall’applicazione dei Trattati di Maastricht e di Lisbona e di riformare l’Ue per affrontare le sfide vecchie e nuove. In tale ottica, molti hanno appoggiato la richiesta del Parlamento di un pieno diritto di iniziativa legislativa. Altri si sono concentrati sull’opportunità di creare liste transnazionali alle elezioni europee, hanno discusso proposte per eleggere direttamente il presidente della Commissione e sono intervenuti sulla riforma dei ruoli istituzionali del Consiglio e della Commissione. Superare l’unanimità in Consiglio è stato proposto da molti eurodeputati e parlamentari allo stesso modo, oltre a rafforzare il ruolo dei parlamenti nazionali nel processo legislativo dell’Ue, con idee per un sistema rinnovato “cartellino verde/giallo/rosso” per i controlli di sussidiarietà.

La trasparenza nel processo decisionale dell’Ue è stato un altro punto chiave, con alcuni relatori che hanno affermato che i cittadini devono essere in grado di sapere chi tra le istituzioni dell’Ue e degli Stati membri decide cosa. Alcuni oratori hanno preso la parola per sostenere che le competenze dell’Ue dovrebbero essere revocate, chiedendo una minore integrazione europea. Il secondo punto all’ordine del giorno (presieduto da Jean-Francois Rapin del Senato francese) prevedeva un dibattito sulla politica estera, di sicurezza e di difesa comune dell’Ue, sulla governance economica e sul bilancio dell’Ue. I relatori si sono concentrati su un’ampia gamma di questioni. Tuttavia, il denominatore comune per la maggior parte di essi era la necessità di affrontare le sfide poste dai Paesi terzi, vicini al confine dell’Ue o sulla scena internazionale, attraverso un processo decisionale più efficiente e un’azione coordinata efficace. Idee presentate, tra cui l’allontanamento dall’unanimità in seno al Consiglio, un allineamento più stretto e a lungo termine delle politiche economiche e industriali, la promozione dell’autonomia strategica in più settori chiave e la revisione del ruolo dell’Alto rappresentante dell’Unione.

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