Negoziati mondiali sulla biodiversità: l’UE esempio di ambizione per un nuovo accordo per protegge esseri umani e pianeta
Dal 14 al 29 marzo l’Unione Europea parteciperà alla ripresa delle riunioni mondiali sulla biodiversità per portare avanti l’elaborazione di un quadro mondiale sulla biodiversità “post 2020”. Il nuovo accordo è mirato a fermare e invertire il declino della biodiversità e a ridurre la perdita di specie ed ecosistemi. I colloqui di Ginevra costituiscono l’ultima sessione ufficiale di negoziati tra i governi prima che l’accordo venga adottato a Kunming, in Cina, nell’ambito della Conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità (COP15), che si terrà più avanti nell’anno. Il quadro guiderà l’azione mondiale a favore della natura e dell’essere umano, la quale è fondamentale per la lotta contro i cambiamenti climatici e la costruzione di un mondo più giusto, più sicuro e più sano per tutti.
Il Commissario per l’Ambiente, gli oceani e la pesca, Virginijus Sinkevičius, ha dichiarato: “In questi tempi difficili il multilateralismo è più decisivo che mai per le persone e per la natura da cui noi tutti dipendiamo. Le prove sono evidenti: abbiamo bisogno di un futuro in armonia con la natura per noi stessi, per le generazioni future, per il clima e per lo sviluppo sostenibile, e abbiamo bisogno di una tabella di marcia comune per arrivarci. Durante la COP15 la comunità internazionale cercherà di trovare un accordo su un quadro mondiale ambizioso sulla biodiversità, accompagnato da un monitoraggio rigoroso che permetta di misurare i progressi compiuti sul campo per invertire la tendenza della perdita di biodiversità. Ma non siamo ancora arrivati a questo punto e dobbiamo ridurre considerevolmente le divergenze tra le parti. L’Unione Europea si reca a Ginevra per promuovere obiettivi ambiziosi e dare il buon esempio”.
L’UE ha dimostrato le sue capacità di leadership lavorando con diversi paesi per raggiungere un accordo ambizioso, con obiettivi misurabili che permettano di affrontare le cause dirette e indirette della perdita di biodiversità e disposizioni molto più stringenti sul monitoraggio e sulla valutazione dei mezzi messi in campo.
Fonte: Commissione europea