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La Brexit diventa un bene se allontana dall’Europa un Paese i cui giudici hanno consentito il sequestro di un bambino, ma è tutta questa Europa che non va bene…

Alla luce dei recenti avvenimenti che hanno portato alla fine prematura di Alfie, bambino che forse sarebbe morto ugualmente ma non per decisione delle autorità del Regno Unito, vediamo la Brexit come l’inizio di una liberazione. Inizio perché il percorso è ancora lungo e difficile per liberare l’Europa dalla visione utilitarista e materialista che appartiene ad alcuni Stati e che rischia di contagiare  gli  altri.

L’Europa che ha preferito i servizi e la finanza virtuale all’economia reale portando nuove povertà, l’Europa che non ha ancora una legislazione univoca per tutelare i bambini e cioè i più deboli oggi ma che diventeranno i cittadini  europei di domani, l’Europa che controlla le confezioni delle mozzarelle ma non difende i propri marchi e perciò i propri lavoratori ed imprenditori, l’Europa che alza la voce per i dazi di Trump dimenticandosi di quando voleva un accordo commerciale  con gli Stati Uniti, accordo che avrebbe aggravato la possibilità di difenderci da produzioni di alimenti pericolosi per la salute, l’Europa che resta incapace di dare corpo alla politica comune anche di fronte alle tragedie ed alle guerre che la circondano, l’Europa che non è quella che avevano sognato i padri fondatori e per la quale tanti di noi si sono per anni battuti, ha lasciato che i giudici di un Paese ancora membro dell’Unione, il Regno Unito, impedissero ai genitori di un bambino diventato cittadino di un altro Stato Membro, l’Italia, di poterlo portare in un ospedale italiano, che si era dichiarato pronto a mandare un aereo a prenderlo, per tentare altre cure o almeno per morire più serenamente. Non ci piace questa Europa, e non ci dispiace che l’Inghilterra se ne vada, i Paesi che sequestrano bambini, che disprezzano i loro genitori, che irridono ad un altro Paese dell’Unione, che si arrogano diritti anche sulla sfera più privata dei sentimenti delle persone non appartengono al sogno europeo ma neppure ai Paesi profondamente civili.

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