Europa

Quale Europa

Nel nostro Paese si assiste sempre più spesso,  all’interno di ogni confronto di natura politica o economico-sociale, ed ora anche bellico, ad un fatidico richiamo all’Unione Europea, e quindi ad una cessione di sovranità nazionale, per fornire una  soluzione organica alle problematiche oggetto del contendere.

L’istituzione europea di fatto viene indicata quasi come unica soluzione di ogni questione nella quale la nostra classe politica e dirigente non sembra in grado di trovare una sintesi.

L’ultimo terribile conflitto in Ucraina ha decisamente sorpreso per la determinazione con la quale Putin lo abbia prima ampiamente annunciato e successivamente realizzato mentre contemporaneamente, con la medesima sicurezza, il  Presidente Biden lo abbia confermato ai media mondiali fino a fornirne la data di inizio.

Da oltre un anno il direttore della Cia, William J. Burns, ex ambasciatore a Mosca e perfettamente a conoscenza delle intenzioni della Russia da tempo grazie al lavoro di intelligence, si recava a Mosca organizzando degli incontri con le massime autorità militari e politiche del Paese  con l’obiettivo di riportare nell’ambito del confronto politico il delirio di Putin e così scongiurare una qualsiasi avventura bellica contro l’Ucraina.

Contemporaneamente, da buon alleato occidentale, lo stesso direttore della Cia, in ben due occasioni, aveva fatto tappa in Europa ed avvertito le massime autorità istituzionali europee dei progetti bellici per ottenere un aumento dell’area di ingerenza della Russia e del loro sicuro inizio nei primi mesi dell’anno 2022.

In entrambe le occasioni le massime autorità politiche ed  istituzionali  europee non credettero alla tesi statunitense.

Tuttavia, in considerazione di quanto un alleato come gli Stati Uniti avesse condiviso con “l’intelligence” europea ed anche semplicemente annotando il comportamento, per altro di dominio pubblico, della Cina che durante l’intero 2021 aveva acquistato oltre cinque volte il proprio fabbisogno alimentare annuale, innescando cosi anche un prima spirale inflattiva, avrebbe dovuto quantomeno insospettire le massime autorità europee.

Viceversa, l’attività dell’Unione Europea ha continuato come se nulla fosse, varando il nuovo vangelo ambientalista (stop auto termiche dal 2035), mentre il parlamento discettava di uguaglianza di genere, del roaming, di una ipotetica introduzione della tessera di sicurezza sociale europea mentre a poche centinaia di chilometri un pazzo furioso si stava armando per inaugurare una guerra della quale non si vede l’obiettivo finale nella retorica russa ma che sempre più assume i connotati di una guerra continentale a anche causa delle conseguenze economiche anche mondiale.

In perfetta sintonia con l’istituzione europea in Italia il governo in carica, si spera perlomeno a conoscenza della “informativa” fornita dalla Cia, ha varato una delle peggiori riforme fiscali della storia del nostro Paese costata 8,5 miliardi di euro il cui risibile beneficio (927 euro) va interamente ai contribuenti con redditi tra i 40/50.000 euro mentre ai restanti rimangono i residuali 262 euro (poco più di 21 euro al mese) e contemporaneamente si è dimostrato esaltato da una crescita del Pil trainata dalla spesa pubblica a debito (bonus fiscale edilizia).

L’unione Europea ha così  fornito una ulteriore prova  di rappresentare una semplice struttura burocratica composta da mediocri figure di secondo piano incapaci persino di mettere in relazione il punto A (la comunicazione avuta dalla Cia e relativa all’imminenza di un terribile evento bellico) e il punto B  l’acquisto di cinque volte il proprio fabbisogno annuale di grano e cereali della Cina). Gli stessi governi membri dell’Unione Europea hanno atteso trent’anni dal trattato di Maaastricht, oltre ai  due anni di pandemia e adesso all’interno di una situazione di guerra continentale, per avviare un gruppo di acquisto internazionale, quindi con maggiore potere negoziale, che assicuri le migliori condizioni nel complesso mercato energetico come risultante dell’accordo tra Italia, Spagna,  Portogallo e Grecia di questi giorni.

In considerazione, quindi, di quanto emerso rappresenterebbe un suicidio assistito il fornire adesso nuovi mezzi finalizzati alla costruzione di una più complessa struttura istituzionale europea  grazie ad una ulteriore cessione di sovranità nazionale da parte delle autorità nazionali, quelle stesse istituzioni le quali  hanno atteso trent’anni per avviare un organismo comunitario operativo nel mondo dell’energia.

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