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Rapporti tra UE e Turchia nel primo incontro dei ministri dell’UE dopo la decisione su Santa Sofia

Durante il loro primo incontro da quando Ankara ha deciso di riconvertire Santa Sofia di Istanbul in una moschea, i ministri degli Affari esteri dell’UE hanno deciso di provare a percorrere una via che allenti le tensioni con la Turchia, con il responsabile della politica estera, Josep Borrell, che ha parlato di possibili sanzioni qualora le violazioni della Turchia continuassero. La mossa di Ankara di cambiare lo status museale di Santa Sofia è stata condannata da tutti gli Stati membri con l’esplicita richiesta di riconsiderare la decisione.

Le discussioni hanno riguardato le diverse vicende nelle quali il Paese è direttamente coinvolto, come l’intervento nella guerra civile in Libia e le attività di perforazione illegale nell’area economica greca e cipriota (ZEE) nel Mediterraneo orientale.

E se il ministro degli Esteri greco, Nikos Dendias, spinge per le sanzioni per la violazione dei diritti sovrani di Grecia e Cipro, la Commissione frena considerandole uno strumento per raggiungere un obiettivo e non una via politica da adottare ‘per principio’. Bruxelles mirerebbe infatti al dialogo ma non è detto che alcuni Paesi dell’UE possano appoggiare la proposta della Grecia che, al momento, ha ottenuto il sostegno della Francia che, più di altri, è coinvolta nella soluzione della situazione in Libia.

Per agosto, comunque, come da decisione presa insieme, Borrell esplorerà ulteriori misure appropriate per affrontare le diverse sfide.

I ministri hanno inoltre approvato l’estensione delle sanzioni contro le persone associate alla società turca che effettua esplorazioni illegali nella ZEE di Cipro.

Durante le sue visite ad Ankara, Atene e Nicosia, il capo della politica estera dell’Unione ha sottolineato che la Turchia rimane comunque un partner chiave per l’Europa, indipendentemente dalle circostanze, evidenziando la necessità del dialogo e di una soluzione reciprocamente vantaggiosa.

 

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