Sicurezza e investimenti per la ricerca: parte da qui il semestre di Presidenza bulgara dell’UE
In un incontro a Milano i rappresentanti diplomatici in Italia hanno esposto l’agenda che Sofia presenterà a Bruxelles per affrontare importanti sfide europee
I cittadini e le loro richieste, politiche di sicurezza e di difesa, garanzie per i giovani, attenzione particolareggiata alla realtà dei Balcani, ridisegnare il rapporto con il Regno Unito dopo la Brexit, sviluppare intelligenze artificiali ed estendere il processo di digitalizzazione. Questi gli obiettivi principali che la Bulgaria si propone di realizzare durante il suo primo semestre di presidenza del Consiglio dell’Unione europea. In un incontro che si è svolto a Milano, organizzato dalle Rappresentanze del Parlamento europeo e della Commissione europea, Console ed Ambasciatore bulgari hanno presentato l’agenda che Sofia intende sviluppare durante questi sei importantissimi mesi in cui è chiamata ad avere un ruolo da protagonista. Come più volte è stato sottolineato durante l’incontro bisogna affrontare delle vere e proprie sfide cruciali per l’intero progetto europeo, a partire dall’emergenza immigrazione, sicurezza, controllo dei confini. La Bulgaria, geograficamente, ha un’importanza strategica perché da più di 1300 anni è un ponte tra l’Europa e l’Oriente e da millenni è la culla dell’incrocio tra culture (non a caso è la patria dell’alfabeto cirillico). Questa posizione eccezionale diventa perciò di vitale importanza anche per le nuove sfide che l’Europa, di cui la Bulgaria è Stato membro dal 2007, si appresta ad affrontare, in primis rivestire un ruolo chiave negli scenari mondiali. Fondamentale è perciò la cooperazione tra i Paesi dell’UE che garantirebbe la stabilità e la realizzazione di una adeguata politica di difesa che, stando a quanto espresso dai due rappresentanti, garantirebbe quella sicurezza chiesta a gran voce dai cittadini. Una politica di difesa, intesa anche come ‘rapporti di buon vicinato’, che significherebbe anche affrontare in maniera più concreta e immediata le questioni legate all’immigrazione grazie ad un sistema di gestione e di efficace politica di rimpatrio intensificando il dialogo con i Paesi Terzi.
Non solo sicurezza però. Di vitale importanza è infatti il futuro dell’Europa e della sua stabilità garantita dall’adeguato uso dei Fondi strutturali, da ripensare anche dopo i programmi 2020, che devono essere sfruttati sempre più per investire in ricerca e cultura. I due ambiti, infatti, oltre a creare opportunità di lavoro per tanti giovani, garantiscono il miglior processo di integrazione. Non è un caso che il governo bulgaro proporrà a Bruxelles l’aumento del numero dei partecipanti al progetto Erasmus+.
Revisione della PAC e maggiore attenzione ai cambiamenti ambientali le altre due priorità. La prima va sicuramente rivista (e l’Italia da anni chiede delle migliorie!) e aggiornata anche con un alleggerimento delle pratiche di accesso, meno burocratiche e fruibili per tutti i cittadini. Strettamente connessa alla politica agricola è l’attenzione all’ambiente, anche in seguito ai cambiamenti climatici che non hanno risparmiato l’Europa negli ultimi anni, con adeguati progetti che possano garantire il mantenimento degli standard richiesti dalla Conferenza di Parigi e dai cittadini di tutta l’Unione.
A margine dell’incontro, per sottolineare l’importanza di un’Europa che punta sempre più al rispetto dei diritti umani e della pace, è stata inaugurata la mostra fotografica sui 30 anni del Premio Sacharov intitolata ‘I difensori delle nostre libertà’, organizzata dal Parlamento europeo in collaborazione con l’agenzia fotografica Magnum. Visitabile fino al 23 febbraio (C.so Magenta, 59), l’esposizione è un viaggio a 360 gradi nella vita quotidiana di due uomini e due donne che si battono per i diritti umani in Cambogia, Tunisia, Etiopia e Bosnia-Erzegovina.