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Al via la conferenza di Parigi sulla Libia, grandi assenti Putin ed Erdogan

Venerdì 12 novembre si aprirà a Parigi una nuova Conferenza internazionale sulla Libia. L’incontro, annunciato dal ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, in occasione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite lo scorso settembre, potrebbe svolgersi in un clima di grande sfiducia visto che sebbene le elezioni siano state programmate il 24 dicembre non è certo che la data possa essere rispettata. Parigi ha offerto a Germania e Italia la co-presidenza dell’evento per lanciare un segnale forte all’Unione Europa affinché giochi un ruolo chiave nella partita con la Libia per evitare che siano altri attori ad intervenire con modalità poco trasparenti. “Le elezioni sono alle porte – ha osservato il presidente francese Emmanuel Macron – ma le forze che vogliono far deragliare il processo sono in agguato. Bisogna tenere la barra dritta. È in gioco la stabilità del paese”.

All’incontro partecipano una ventina tra capi di stato regionali e internazionali, tra cui la vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris e il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi. Saranno presenti anche Tunisia, Niger e Ciad, i tre paesi confinanti che stanno subendo i maggiori contraccolpi della crisi libica, in termini di instabilità, traffico di armi e mercenari. L’Algeria, dopo la crisi diplomatica con Parigi, non ha ancora confermato la sua partecipazione. Grandi assenti i presidenti di Turchia e Russia, i due paesi maggiormente coinvolti nel conflitto. Per Mosca andrà il ministro degli Esteri Sergei Lavrov, mentre da Ankara hanno fatto sapere che non intendono partecipare a causa della presenza della Grecia, di Israele e dell’amministrazione greco-cipriota, con cui la Turchia è ai ferri corti per il gasdotto East-Med. Un’assenza pesante visto che in Libia sono tuttora presenti diverse migliaia di militari turchi o siriani filo-turchi intervenuti a sostegno del governo di Tripoli quando era sotto assedio, oltre a mercenari russi del gruppo privato Wagner, accorsi in aiuto delle forze della Cirenaica guidate dal generale Khalifa Haftar. Entrambe le milizie straniere non hanno mai smobilitato né si sono ritirate dal paese, come era previsto dopo la firma del cessate-il-fuoco e l’approvazione di una road-map mediata dall’Onu per la fine delle ostilità e il ripristino di istituzioni democratiche.

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