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Allarme dell’Onu per le condizioni dei migranti in Libia

Un rapporto dell’Onu denuncia che i migranti in Libia sono sottoposti a «privazione della libertà e detenzione arbitrarie in centri ufficiali e non ufficiali; tortura, compresa la violenza sessuale; rapimento per riscatto; estorsione; lavoro forzato; uccisioni illegali» a dispetto delle ingenti quantità di euro che l’Europa fornisce a governo e milizie locali perché fermino le partenze verso l’Italia. Il dossier, inviato al Consiglio di sicurezza dell’Onu e acquisito dagli investigatori della Corte penale internazionale dell’Aja, sottolinea che «i colpevoli sono funzionari statali, gruppi armati, contrabbandieri, trafficanti e bande criminali» ed invita il governo di concordia di Tripoli a «raggiungere il controllo di tutti i centri di detenzione presenti in Libia, scongiurando l’influenza o l’interferenza di milizie e gruppi armati»

«Durante il periodo in esame c’erano oltre 669.000 migranti in Libia, tra cui donne (12% dei migranti identificati) e bambini (9%)», precisa il segretario generale dell’Onu, Guterres, e di questi «3.700 hanno bisogno di protezione internazionale» (meriterebbero cioé di venire trasferiti in Europa).

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